Categorie: Politica scolastica

“Sì al bonus maturità, no ai concorsoni”: la ministra Giannini ha già una sua idea di scuola

I temi che la ministra affronta partono dal problema del reclutamento e degli scatti di anzianità, ragion per cui è importante innanzitutto “ascoltare gli insegnanti. Non so ancora se continuerò la costituente per la scuola come la Carrozza, ma vorrei mobilitare una riflessione su due-tre temi: finché a scuola si è pagati male, non si ha una motivazione a lavorare meglio e di più, finché non si restituisce all’insegnante quel prestigio che il suo lavoro dovrebbe oggettivamente assegnargli, è difficile davvero poter riqualificare questa figura. Quindi concretamente il tema della progressione in carriera e della posizione stipendiale è importante. Non ho tabù nel parlare di soldi. In qualunque mestiere chi lavora meglio e lavora di più deve essere premiato. Sia in termini di stima, che economicamente”.
In merito alle polemiche scatenate sull’abolizione degli scatti di anzianità, la ministra corregge: “Ma io volevo solo dire che adesso esistono solo gli scatti di anzianità per premiare gli insegnanti, mentre invece con un processo di valutazione sereno si possono dare incentivi economici anche per arrivare alla riqualificazione della premialità, dando maggiore autonomia alle scuole”.
Diverso è invece il discorso sui concorsi per entrare a scuola, concorso che “non è lo strumento giusto e si deve ragionare di più su autonomia responsabile di chi assume e chi viene assunto. Anche nella scuola. I concorsi, così come sono stati fatti, hanno creato più problemi che soluzioni. Se vuoi dare un cambio generazionale continuo, devi dare degli strumenti di cambio continui: è la regolarità della procedura a fare la differenza”.
Che tradotto potrebbe significare di affidare al dirigente scolastico la selezioni del personale, ma pure che “ci sono tanti strumenti che si possono sperimentare per dare autonomia alle scuole. Le scuole, come strutture pubbliche devono dare conto delle scelte che fanno, possono operare delle scelte e sulla base di esse valutate e premiate”.
In ogni caso, continua Giannini, rimane drammatica la situazione dei precari: “ho amici della mia età con percorsi di carriera meno fortunati, che sono ancora inseriti nelle graduatorie in attesa di una supplenza. Ma si può curare il male antico introducendo sistemi per non rigenerarlo”.
Rimane però convinta del principio della valutazione che pur avendo “pregi e difetti ma assolutamente bisogna andare avanti sulla strada della valutazione, migliorarla e svilupparla”.
Relativamente al cosiddetto ciclo breve per il diploma, non si dichiara “contraria a continuare la sperimentazione ma non sono entusiasta sostenitrice all’idea di eliminare un anno alle scuole superiori sia la carta vincente. Piuttosto, penso che abbiamo tre cicli di scuola, due funzionano molto bene, uno, quello intermedio, molto meno. La scuola media inferiore è quella che ha bisogno di maggiore attenzione”.
Scettica invece sull’uso della tecnologia: “Ho l’idea che se spariscono i libri, forse sarò anche un po’ datata, non vada bene. A scuola senza zaino? No, deve esserci anche un contatto con la dimensione cartacea della cultura. Si alla tecnologia che collega la scuola col mondo ma non la vedo sostitutiva del patrimonio che abbiamo”.
Da qui pure prudenza a parlare di “riforma della scuola, non mi piace, mi evoca grandi e lunghi processi. Sono una riformista, ma nel senso di avere grandi idee e tradurle in atti politici. La scuola italiana non ha bisogno di una riforma epocale, ma di una svolta epocale. E per quella mi sembra ci siano tutte le premesse”.
E infine sul bonus maturità, la ministra dice che occorre cambiare le regole: “Che la carriera scolastica conti per me è importante, lo studente non deve andare all’università vergine, ignorando tutto quello che ha fatto prima, che abbia un peso bisogna valutarlo insieme a tutte le altre componenti che gli vengono richieste. Una cosa è che faccia un test, o un colloquio o una prova a risposta a multiple, però il voto di maturità non è altro che la sintesi che uno ha fatto nei precedenti anni di carriera scolastica, quindi deve esserci”.

Pasquale Almirante

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