Tra Si e No ha prevalso il No, tra trasferimenti esclusivamente su ambiti e mobilità anche su scuole, sta prevalendo l’idea di una mobilità anche su scuola.
In buona sostanza sta prevalendo il buon senso, cioè c’è la disponibilità da parte del MIUR di derogare la legge 107/2015, anche per l’anno scolastico 2017/2018, congelando la parte del comma 73, in cui si diceva: “Il personale docente in esubero o soprannumerario nell’anno scolastico 2016/2017 è assegnato agli ambiti territoriali. Dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali “.
Un buon senso che era stato da noi ipotizzato in un articolo del 27 novembre 2016. In tale articolo dicevamo: “Nel caso la bilancia referendaria pendesse dalla parte del NO, il governo entrerebbe in crisi e sarebbe molto indebolito politicamente. In tal caso potrebbe non essere questo stesso governo Renzi a gestire la prossima mobilità e probabilmente si arriverebbe ad un accordo che potrebbe derogare la legge 107/2015 su diversi punti”.
Adesso dopo la vittoria del No al referendum e soprattutto dopo l’incontro politico sulla mobilità tenuto il 7 dicembre 2016 al Miur con i sindacati, si apre la strada per una mobilità degli insegnanti su scuola.
In buona sostanza il Miur accoglie le istanze dei sindacati e si impegna nei prossimi incontri a chiudere una ipotesi di contratto della mobilità 2017/2018 volta a garantire, quanto più possibile, la titolarità su scuola dei docenti.
Nel comunicato unitario dei sindacati, redatto dopo l’incontro del 7 dicembre 2016, si evince che il Capo di Gabinetto Miur, dott. Alessandro Fusacchia, ha risposto positivamente ad alcune delle richieste avanzate unitariamente. Ci sarebbero le condizioni per rimuovere, tra l’altro, i vincoli relativi alla possibilità dei docenti di trasferirsi anche su singola scuola superando il blocco triennale.
Si profila una mobilità che consenta ai docenti di muoversi, a prescindere dai vincoli di permanenza nella provincia di titolarità, da una provincia ad un’altra anche con la scelta delle preferenze su scuola e in aggiunta su più di un ambito. Vengono cancellate definitivamente le fasi A, B, C e D della mobilità, permangono invece le fasi di mobilità comunale, tra scuole dello stesso comune, di mobilità provinciale, tra scuole della stessa provincia (questo dovrebbe essere consentito con certezza a chi è titolare di ambito ed è entrato in ruolo entro il 2014 e forse anche agli altri), di mobilità interprovinciale, tra scuole di province diverse.
Non è ancora chiaro se nella mobilità interprovinciale, il trasferimento su scuola sarà vincolato, a livello di preferenze, solo al primo ambito scelto. Si dovrà attendere i prossimi incontri per stabilire, più precisamente, quali saranno le ulteriori differenze con la mobilità del 2016/2017.
Apertura del Miur c’è stata anche nell’affrontare, compatibilmente con i tempi della chiusura dell’ipotesi contrattuale, la tabella della valutazione dei servizi per equiparare il punteggio del servizio pre-ruolo con quello di ruolo.
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