Sega, bigia, filone, calia. Tanti sono i modi per definire un’assenza a scuola. Chi sono, però, gli studenti che saltano di più un giorno di lezione? Secondo quanto riporta il quotidiano “La Repubblica” che ha analizzato i dati contenuti nel Rav (cioè il rapporto di autovalutazione nelle scuole) le “migliori performance”, si fa per dire, le troviamo in Campania e Sicilia che doppiano il Veneto. Le assenze alle superiori, comunque, sono in aumento in tutta Italia. Si perde un giorno su dieci. Il record, però è detenuto dagli istituti tecnici e professionali.
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In media, sono circa 73 le ore di lezione perse ogni anno dai liceali del classico (quasi 8 giorni su cento), con la Sicilia a quota 96 che doppia buona parte delle Regioni del Nord. Così allo scientifico: a contendersi il primato sono Sicilia e Campania, entrambe oltre le 100 ore di assenza (contro le 43 del Veneto, le 51 del Friuli, le 52 della Lombardia). Negli istituti tecnici, le giornate passate lontano da scuola aumentano: una su otto. E negli istituti professionali si arriva quasi a una ogni sei.
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Per Benedetto Vertecchi, noto pedagogista italiano, “le assenze strategiche sono un comportamento tradizionale di chi tiene ancora alla scuola e al giudizio degli insegnanti. Mi pare però che l’aumento delle ore saltate sia dovuto ad un atteggiamento consumista dei ragazzi e poco attento dei genitori. La frequenza è noiosa, perciò si marinano le lezioni”. Per la preside del Liceo Classico Meli di Palermo, invece, “una parte delle assenze può esser dovuta alla diffusione crescente delle interrogazioni programmate: i ragazzi si assentano per stare a casa a prepararsi”.
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