I lettori ci scrivono

Si attivi il terzo ciclo TFA, ma si evitino “sanatorie”

Sono un docente di ruolo, vincitore del TFA 2014 e del Concorso 2016 nella classe di concorso ex-A059 (Matematica e Fisica).
Desidero in questa lettera esprime la mia posizione di dissenso circa la richiesta da parte dei colleghi precari di una procedura concorsuale per “titoli e servizio”; in pratica, una “sanatoria” camuffata.

Sono contrario perché forse i colleghi non hanno idea o non sono a conoscenza di quanto sia stato duro il percorso svolto dai colleghi abilitati TFA. 
Per ottenere la sola abilitazione, abbiamo dovuto svolgere nell’ordine:
Prova preselettiva a livello nazionale sui contenuti della classe di concorso
Prova scritta su materia
Prova orale su materia
Percorso in ateneo consistente di lezioni ed esami selettivi (pedagogia/metodologie didattiche)
Tesina finale
Il tutto pagato di tasca propria oltre 3000€, da coordinare con l’attività di docenza.

In seguito all’abilitazione, ho sostenuto il famigerato concorso del 2016, consistente in
Prova scritta di 120 minuti
Prova orale di 60 minuti 

Onestamente, quando leggo dei colleghi lamentarsi nel voler sostenere una prova a domande aperte, gratuita, con la quale è possibile ottenere non solo l’abilitazione ma anche il ruolo, sinceramente non posso accettarlo alla luce dei miei sacrifici e di quelli di molti abilitati 2014 e vincitori di concorso 2016.Aggiungo che gli stessi colleghi che vogliono la “sanatoria”, hanno anche a disposizione un concorso ordinario (abilitante) e lo straordinario abilitante. 
Un totale di 3 procedure con cui ottenere l’abilitazione di cui 2 che portano al ruolo ad un prezzo irrisorio, mentre c’è chi come il sottoscritto ha dovuto spendere oltre 3000€ e non può accettare questo modo di porsi da parte dei colleghi. 
Per questo, propongo la riattivazione di un percorso abilitante realmente selettivo come il vecchio TFA a cui poi far seguire i concorsi per il ruolo, contrapponendomi al contempo ad una qualsivoglia richiesta di immissione in ruolo senza una prova “reale”, anche alla luce dei sacrifici economici e di studio svolti dal sottoscritto. 

Pasquale Ape 

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