Home Attualità Si chiuderà in ordine sparso e non si sa ancora come si...

Si chiuderà in ordine sparso e non si sa ancora come si riaprirà [VIDEO]

CONDIVIDI

Breaking News

April 05, 2025

  • Dialetto siciliano, non solo Mizzica: lingua del popolo da tutelare a scuola, 500mila euro dalla Regione per riscoprire un patrimonio culturale dalle radici antiche 
  • Anno di prova, docente non vaccinata sospesa fa formazione in autonomia ma la scuola “fa ostruzionismo”: la risarcirà 
  • Indicazioni nazionali, Valditara: si parte il 1° settembre 2026 con programmi e libri di testo aggiornati, poi ogni scuola farà il suo curricolo d’istituto 
  • Calo delle nascite, con 1,18 figli per donna nel 2024 fecondità al minimo storico: report ISTAT 

Nei giorni scorsi la viceministra Anna Ascani aveva lanciato l’idea di consentire ad alunni e insegnanti di incontrarsi a scuola a fine lezioni.
Il Comitato Tecnico Scientifico, dopo un primo no perentorio, ha dato il via libera ma a condizione che si faccia all’aperto.
E infatti in qualche realtà si sta organizzando ma si tratta di iniziative che promosse dai Comuni o dal mondo del volontariato e non dalle scuole.

 

Sul rientro a settembre è il caos. Ci sono le linee guida del Comitato tecnico scientifico ma nessuna soluzione concreta.
I dirigenti scolastici, in particolare, sono sul piede di guerra.

Matteo Salvini, per parte sua, ha già colto l’occasione per attaccare  il Governo e affermare che ad oggi non c’è neppure una data per la riapertura.

Si parla di classi dimezzate e di aule con pochi alunni, ma per farlo o si aumentano gli organici o si riduce l’orario delle lezioni.
Dice Gabriele Toccafondi (Italia Viva): “Servono miliardi su miliardi, oppure si può pensare a fare meno scuola, perdendo il 20% delle ore di lezione”.

Dal Ministero fanno sapere comunque che un primo passo è già stato fatto perchè gli organici sono stati confermati, nonostante la diminuzione del numero degli alunni.
Ma le criticità sono tante e vengono ammesse anche da esponenti del Governo.

M5S e Anna Ascani suggeriscono di fare scuola nei musei, nelle biblioteche e nei teatri.
L’idea è interessante ma ha un limite: i luoghi di cultura possono avere un ruolo educativo ma non possono sostituire del tutto la scuola.