Categorie: Politica scolastica

Sì definitivo alla ‘Buona Scuola’. Le reazioni delle forze politiche

Via libera definitivo della Camera alla riforma della scuola con 277 sì e 173 no. Gli astenuti sono stati invece 4. A favore del provvedimento si sono espressi Pd, Ap e Scelta civica.

Soddisfazione da parte della maggioranza. “E’ una legge coraggiosa che cambiera’ la scuola italiana, con l’obiettivo di rimetterla al centro della societa’. Il provvedimento del governo Renzi torna ad investire dopo anni di tagli, introduce autonomia e merito, e garantisce l’assunzione di 100 mila nuovi docenti. Ora ci confronteremo con il mondo della scuola sull’attuazione della legge, verificandone puntualmente i risultati”. Così il presidente della Commissione Istruzione al Senato, Andrea Marcucci.  

“La riforma della scuola ora è legge dello Stato: il Parlamento ha discusso a lungo, il confronto è stato complesso e a tratti aspri, anche eccessivamente. Ci sono state critiche e proteste, alcune comprensibili, altre decisamente meno giustificabili. Tuttavia ora tutto questo è alle nostre spalle mentre avanti a noi c’è la possibilità straordinaria di investire nuove risorse nella scuola italiana, assumendo centomila insegnanti delle Gae, preparando il terreno per il concorso riservato ai docenti abilitati, rilanciando l’autonomia e responsabilizzando tutti, a cominciare dai dirigenti scolastici”. La vice presidente della Camera, Marina Sereni (PD) commenta così il voto di Montecitorio che dà l’ok definitivo  alla riforma della scuola.

L’ex deputato Pd Stefano Fassina, oggi nel gruppo Misto, ha, invece, votato no alla riforma della scuola. Lo ha annunciato lo stesso Fassina in aula alla Camera. “E’ un testo – ha spiegato – profondamente contraddittorio con il programma col quale siamo stati eletti ed e’ un fatto grave sul piano della democrazia. La maggioranza della Camera approva un ddl inviso alla stragrande maggioranza della scuola”.

Dissidenti anche all’interno dello stesso gruppo dei Democratici. Come Filippo Fossati. “Spiace che non si sia ascoltato il mondo della scuola e fatto dei miglioramenti al testo”, ha detto. “E’ stato tutto compresso in un maxiemendamento. La procedura di assunzione lascia indietro troppi insegnanti, da’ il via libera al finanziamento pubblico attraverso il mecenatismo di chi se lo puo’ permettere, lascia aperto un conflitto pesante con il mondo della scuola”. “Questo ddl – ha concluso Fossati – mette in discussione non la legittimazione di un partito ma l’intera funzione di rappresentanza democratica. Per questo per tenere un filo con quel mondo io e altri colleghi non voteremo questo provvedimento”.

“Chi ha a cuore la scuola pubblica troverà il modo per cancellare questa vergogna e per ridare fiducia ai docenti e agli studenti. OXI alla #buonascuola di Renzi. Cio’ che non aveva finito il centrodestra con la Giannini, l’ha completato il governo oggi”. Così su Twitter il leader di Sel Nichi Vendola, postando la foto che ritrae il cartello mostrato in aula alla Camera dai deputati di Sel con su scritto ‘Oxi alla ‘buona scuola’ di Renzi’ con i colori della bandiera greca, il bianco e il blu. 

Critiche anche da Forza Italia: “Questa riforma della scuola è una mescolanza di clientelismo de sinistra, cigiellino, e di velleitarismo liberal, il tutto male assortito”. Così a in una nota Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Le centomila assunzioni – aggiunge – sono un approccio clientelare, perché discriminatorio: questi si’ e quello no. E quindi inaccettabile, darà origine ad un contenzioso infinito”. “Annacquato tutto il resto. Non c’è merito, c’è semplicemente l’occupazione del potere. Noi abbiamo detto di no, no e no. Il nostro no è strato espresso oggi in aula dall’onorevole Palmieri con molta nettezza. Penso che si arriverà anche ad un referendum e noi al referendum voteremo sì, per l’abrogazione di questa cattiva legge”, conclude Brunetta. 

“Più qualità, merito, autonomia e responsabilità. Queste le parole chiavi della riforma sulla Buona scuola su cui il gruppo di Area popolare ha espresso con convinzione voto favorevole e che ribadisce il nostro rinnovato impegno per modernizzare il Paese”. E’ quanto dichiara la deputata di Area popolare Rosanna Scopelliti, intervenuta in aula durante le dichiarazioni di voto sul provvedimento. “Si tratta – aggiunge – di una riforma complessiva che ha al suo centro la formazione dei ragazzi, la loro preparazione, il loro bisogno di un corpo docente adeguato e di strutture idonee per garantire un’istruzione di qualita’. Non e’ un provvedimento tampone, come tanti ne sono stati fatti in passato, che si limita a inserire nella scuola nuovo personale docente. Per la prima volta si riconosce la parità scolastica e la libertà di scelta educativa delle famiglie: basta quindi con le divisioni ideologiche tra scuola statale e scuola paritaria”.

Dura la reazione del M5S, nettamente contrario al provvedimento: “Oggi è un giorno tragico per la nostra Repubblica e, in particolare, per le mille anime che formano il mondo della scuola pubblica statale. Le fondamenta del nostro modello di istruzione, definite nella Costituzione attraverso gli articoli 3, 33 e 34 sono state stravolte, indebolite, svilite. Questo orrore, i cittadini devono saperlo e ricordarlo, lo dobbiamo al presidente del Consiglio, al ministro dell’Istruzione, al Pd e a tutti i partiti che hanno dato l’assenso al Ddl istruzione. La scuola del Ddl Istruzione porterà a una sempre maggiore differenza qualitativa tra istituti per ricchi e scuole per poveri. I presidi, che saranno sottoposti al controllo politico del Miur, al contempo saranno liberi di scegliere gli insegnanti in totale autonomia, con il rischio di creare fenomeni di clientelismo. Alle scuole paritarie vengono concessi nuovi, ulteriori, vantaggi mentre le scuole pubbliche, sempre a corto di risorse, crollano a pezzi. Ancora, il capitolo degli insegnanti: Renzi era partito assicurando 150 mila assunzioni. Quelle effettive saranno solo un terzo rispetto a quella cifra e a settembre ci ritroveremo ancora con le supplenze, che il presidente del Consiglio aveva promesso di eliminare. Infine, l’esercito di insegnanti precari tagliati fuori dal provvedimento: è stato completamente dimenticato e abbandonato al suo destino”.

Critica anche Rifondazione Comunista: “La vergogna è compiuta! Una maggioranza indegna di deputati nominati, servi di un governo arrogante e incolto, ha approvato una legge che umilia la scuola pubblica -ha dichiarato Luca Cangemi. Il grande sciopero del 5 maggio, la contestazione dei test INVALSI, lo sciopero degli scrutini, le piazze occupate dal popolo della scuola sono state il segno che c’è stata una risposta grande a questo tentativo di azzerare l’istruzione  pubblica nel nostro paese, di trasformarla in un luogo di affari e servilismo. Questo movimento di lotta ha certamente perso una battaglia importante, ma la forza delle sue ragioni rimane intatta. Torneremo a mobilitarci, useremo ogni strumento a partire dal referendum, contrasteremo la controriforma istituto per istituto. Il governo che ha imposto questa legge è nemico della scuola e del paese, la sua caduta è una necessità. La scuola deve essere e sarà al centro di una grande mobilitazione sociale per ottenere quest’obiettivo”.

“Oggi è stato approvato un ddl in cui finalmente si pone fine al vecchio sistema di reclutamento basato sulle graduatorie ad esaurimento e si afferma un principio costituzionale: alla scuola si accede per concorso. Nel testo sono presenti molti principi introdotti dai governi Berlusconi: il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, la parità scolastica, il curriculum dello studente, gli ITS, le reti di scuola nella governance territoriale, la possibilità del Dirigente Scolastico di individuare i docenti più adatti ai bisogni formativi degli studenti. Nelle nostre scuole c’è bisogno di serietà e di un vero sistema di valutazione che migliori la qualità della formazione dei nostri studenti”. Così in una nota la deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero. 

Andrea Carlino

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