In questo periodo, dopo le tante chiusure delle scuole dovute alla neve o alle precipitazioni eccessive, molti fra docenti e personale Ata si chiedono se tali giorni di chiusura saranno recuperati.
Ricordiamo, intanto, che a determinare il calendario scolastico sono le Regioni, in base a quanto disposto dal decreto legislativo 112 del 31 marzo 1998 che prevede che ogni singola giunta regionale fissi il calendario scolastico, fermo restando il numero minimo di 200 giorni obbligatori di lezione necessari per la validità dell’anno scolastico.
Esiste a tal proposito la circolare ministeriale 1000 del 22 febbraio 2012, che fornisce indicazioni alle scuole sulla validità dell’anno scolastico e sugli eventuali adeguamenti dei calendari scolastici a seguito degli eccezionali eventi atmosferici delle ultime settimane.
In tale circolare si asserisce che i giorni di chiusura derivanti dagli eventi atmosferici non dovranno essere recuperati dalle scuole, anche se si dovesse scendere sotto la soglia minima dei 200 giorni previsti.
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Alle scuole spetta il compito, esercitando la propria autonomia in ambito didattico e organizzativo, di valutare le specifiche situazioni e necessità in rapporto all’apprendimento ed alla valutazione degli alunni.
Quindi, sostanzialmente, è il Consiglio di istituto di ogni scuola che sarà chiamato a prendere le decisioni necessarie tenendo conto delle esigenze che emergono dagli organi (consigli di classe e interclasse e Collegio dei docenti) responsabili della programmazione e realizzazione dell’attività didattica e della valutazione.
Bisogna sottolineare che ogni modifica del calendario delle attività didattiche è legata alle prestazioni e agli orari di lavoro dei docenti e del personale ATA, che quindi richiede la verifica del contratto integrativo di istituto ed il confronto con le parti sindacali che lo hanno sottoscritto, per non intaccare gli accordi.
Infine, la nota esplicita anche che l’eventuale riduzione dei giorni di sospensione dell’attività didattica andrà condivisa con gli enti locali interessati, considerato l’evidente riflesso che tale decisione ha sull’organizzazione dei trasporti e sul funzionamento degli edifici scolastici.
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