In questi ultimi tempi si discute molto di reclutamento e formazione iniziale degli insegnanti. I governi cadono e si susseguono pseudo-riforme a colpi di emendamenti e maggioranze cangianti, che affermano tutto e il contrario di tutto. Da più parti si richiedono percorsi accademici che preparino gli insegnanti e li abilitino a lavorare nel mondo della scuola. Ebbene, in ogni provvedimento, riforma, emendamento, dichiarazioni di politici, ministri, esperti del campo, viene di fatto ignorato l’unico percorso accademico abilitante all’insegnamento esistente oggi in Italia: Scienze della Formazione Primaria.
Sembra pertanto utile ricordare in cosa consista questo corso di laurea magistrale a ciclo unico e quinquennale: selezione in ingresso (programmata su fabbisogno nazionale), 300 CFU, 30 laboratori didattici obbligatori, 4 anni di tirocinio a scuola e all’università, idoneità di livello B2 di Inglese, discussione finale di tesi di laurea e relazione di tirocinio, discussa davanti a una commissione in cui è presente un funzionario del MI, volta a conferire ai candidati una doppia abilitazione (infanzia-primaria).
Un percorso che esiste da vent’anni, tra vecchio e nuovo ordinamento, ma svilito e umiliato negli anni del Nuovo Ordinamento, che ha perso sia la specializzazione sul sostegno integrata, sia l’ingresso diretto al ruolo, e che è trattato alla stregua di un vecchio diploma magistrale (anche non supportato dall’esperienza scolastica). L’episodio più grave è risalente al 2018: moltissimi laureati in Scienze della Formazione Primaria N.O. sono stati esclusi da una procedura concorsuale straordinaria con unica prova orale non selettiva. Quasi nessuna voce autorevole, nel silenzio di agosto, ha supportato la protesta dei laureati, nessuna voce contro un concorso-farsa, per nulla selettivo nè meritocratico, creato appositamente per compensare le sentenze del Consiglio di Stato, che escludevano i ricorsisti dalle GAE, graduatorie a esaurimento.
Le graduatorie di merito (!) di quel concorso bloccheranno per anni le assunzioni al centro-sud d’Italia. Ai laureati è stato promesso un ordinario col 50% delle assunzioni, con una manciata di posti e senza idonei, ma solo vincitori, che si continua a rimandare e a modificare a colpi di decreto. Continua il balletto dei concorsi straordinari, sempre nuovi, sempre diversi, che non fanno altro che implementare ingiustizie e iniquità verso chi ha svolto un percorso lungo e mirato alla professione insegnante.
Gli emendamenti al decreto Sostegni Bis ancora una volta ignorano il personale della scuola primaria, fortemente iniquo in formazione. Anzi pare che, dopo lo scorrimento di GAE e graduatorie di merito per le immissioni i ruolo, i posti residuali saranno assegnati da GPS, salvo possedere 3 annualità di servizio su posto comune. La politica sa benissimo che i laureati in SFP hanno maturato un servizio misto, visto che le cattedre su posto comune sono state per anni sottratte loro da chi stava in GAE con cautelare. In aggiunta nessuna richiesta di servizio per chi ha la specializzazione su sostegno didattico. Due pesi, due misure. Ancora.
Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento