La diatriba tra precari del Sud e del Nord ha raggiunto l’apice. L’ondata di trasferimenti dalle regioni Meridionali alle regioni che vanno dal Lazio in su, si parla di 30mila docenti precari, si è concretizzata in questi giorni con la pubblicazione delle graduatorie ed esaurimento.
Nelle grandi città, ma anche in province come Lucca, migliaia di candidati al ruolo si sono ritrovati improvvisamente nelle retrovie. E quest’anno dovranno cedere l’immissione in ruolo ai colleghi nuovi arrivati. Dal Sud.
La vicenda sta creando molte tensioni. E anche imbarazzo tra i sindacati. Che su certe questioni preferiscono rimanere in disparte. Prende posizione, però, la Flc-Cgil. Che attraverso il suo segretario generale, Mimmo Pantaleo, punta il dito contro le scelte dei governi di aver abbandonato le Regioni del Sud: certi “conflitti esasperati tra le persone – sostiene Pantaleo – sono la conseguenza delle devastanti politiche contro la scuola pubblica dal 2008 ad oggi. Basti pensare alla disastrosa situazione del mezzogiorno dove si sommano tassi di disoccupazione elevatissimi, povertà dilaganti, la bassa qualità e quantità dell’offerta formativa e tassi di abbandono dell’obbligo scolastico tra i più alti in Europa”.
La conseguenza è che al Sud si tagliano, in misura molto maggiore rispetto al nord, gli organici perchè diminuiscono le iscrizioni. Al Nord, invece, avviene il contrario. Anche per gli alti tassi di cittadini stranieri in entrata.
Pantaleo sostiene che non c’è da gridare allo scandalo: “come meravigliarsi se i tanti precari del sud che non riescono più nemmeno ad ottenere le supplenze cercano lavoro dove i posti ci sono?”. E chiede interventi: “la prima condizione per cancellare la guerra tra i precari è investire nel sud per allargare l’occupazione innalzando i livelli di istruzione e migliorando la qualità dei processi formativi anche attraverso il potenziamento degli organici. Il sud – continua – è praticamente scomparso dall’agenda del Governo mentre la situazione diventa drammatica con veri e propri processi di desertificazione industriale e di impoverimento economico e sociale. Il mezzogiorno deve tornare ad essere una priorità per l’intero Paese a partire dai settori della conoscenza”.
Per la Flc-Cgil bisogna quindi “mettere mano a una riforma seria di organici e reclutamento”. Il sindacato “ha presentato una proposta che può garantire organici funzionali ai piani dell’offerta formativa delle scuole, lo svuotamento delle graduatorie a esaurimento attraverso la copertura di tutti i posti disponibili, processi di stabilizzazione pluriennali, formazione iniziale, risposte concrete ai docenti che si sono abilitati attraverso il tfa e i pas, istituzione di una graduatoria nazionale e concorsi a regime con cadenza biennale. Serve una visione complessiva perchè il reclutamento rimane una questione strategica per garantire una migliore qualità del sistema nazionale d’istruzione”.