I lettori ci scrivono

Si naviga a vista in Viale Trastevere

Così oggi, mentre i molti precari con trentasei mesi di servizio sono stati messi ad attendere “un veicolo legislativo utile” che gli permetta di entrare stabilmente in ruolo, ecco che al Senato va in scena il secondo atto dell’approvazione della legge che introduce l’Educazione Civica come materia di studio autonomo.

Ovviamente si tratta di un insegnamento “trasversale” che, come ben sa chi nella scuola lavora, significa tutto e niente ovvero “arrangiatevi”. Niente ore in più, niente docenti specializzati. Ogni insegnante, a modo suo, e in qualsiasi momento potrà svolgere tale attività e poiché gli insegnanti sono cittadini consapevoli e responsabili che da sempre cercano di insegnare l’”educazione civica” ai giovani, nulla cambierà.

Nulla o quasi.

La differenza? Verrà data forma cartacea a ciò che veniva già fatto: burocrazia.

Rinasce “Educazione civica” si sopprime “Cittadinanza e Costituzione”.

Il solito “giro di carte”, non solo metaforico, a cui i Ministri ci hanno abituato già da molti anni, nonostante la loro diversa provenienza politica e la loro differente formazione culturale.

Sulla scia dei governi precedenti, il “governo del cambiamento” continua a cambiare tutto per non cambiare niente, tenendo dritta l’unica barra che è quella di caricare ulteriormente i docenti di compiti burocratici.

E’ evidente a chiunque lavori nella scuola statale come alla base dei problemi ormai decennali che affliggono l’Istituzione scolastica ci sia il carico burocratico sempre maggiore. E la domanda resta sempre la stessa: a chi conviene appesantire l’istruzione pubblica, renderla inefficace?

Intanto a settembre, noi socialisti lo denunciamo da tempo, avremo migliaia di cattedre scoperte a cui si sommeranno, anche grazie ai problemi procedurali verificatisi nel concorso per Dirigente Scolastico, centinaia di reggenze.

In attesa della regionalizzazione…che, dopo la sconfitta europea dei “5 stelle”, minaccia di depotenziare ulteriormente quel sistema di istruzione pubblica nazionale che a tutt’oggi, grazie ai sacrifici del personale scolastico tutto, resta il più importante strumento statale per garantire pari opportunità ai nostri giovani.

 

Luca Fantò – PSI scuola

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