No, cari amici, non si tratta di “buon gusto” o di “rispetto”. Giulio Cesare, mica un Razzi qualsiasi, diceva: “la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto”. E al primo sospetto la… fece dimettere da moglie.
Noi non pretendiamo questo da Renzi (chi se lo prenderebbe, poverino) e nemmeno che si dimetta lui (comunque cosa gradita).
Il punto è che, se metti in piedi una schifezza come la chiamata diretta, i sospetti nascono facilmente. Specie quando si viene a sapere – dai giornali e dal racconto di colleghi – di presidi che chiedono alle aspiranti prof se hanno figli piccoli, o hanno intenzione di averne, altri che chiedono video di presentazione rigorosamente a figura intera, per meglio rendersi conto delle competenze delle candidate.
Ed altri che sottopongono gli aspiranti a una trafila di domande incalzanti e a volte imbarazzanti sulle loro propensioni e abitudini.
Tralasciamo la pratica tristemente nota di pubblicare “requisiti” tagliati su misura per un candidato che, ovviamente, il dirigente conosce già, o quella tutta italiana dell’amico dell’amico dell’amico, tanto sono cose che tutti sapete. Ma la moglie di Cesare, almeno quella, ce la potevano risparmiare.
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