Ha ragione la senatrice a vita, Liliana Segre, quando afferma che è un’idea pessima quella di togliere il tema storico dalle tracce del prossimo esame di maturità. Ma studiare e approfondire quello che è accaduto in passato è memoria, è ricordo, è testimonianza. Non studiare più la storia vuol dire disconoscere l’identità di un popolo, rinunciare al nostro passato è sinonimo di barbarie.
I barbari che hanno invaso l’impero romano dopo la sua caduta, nel 476 d.C, avevano un preciso obiettivo, cioè quello di conquistare e di impadronirsi delle rovine dell’Impero romano. I nuovi barbari, quelli che hanno cancellato la storia dalle tracce della maturità, non hanno nessun obbiettivo se non quello di cancellare l’identità di un popolo, o meglio di cancellare la memoria, il ricordo, perché fa male. Insomma eliminare la storia dall’esame di maturità può essere l’anticamera per eliminare la storia dai programmi scolastici?
Certo che ci stiamo incamminando su una strada pericolosa dove domina il buio totale, dove dominano le tenebre del pressapochismo. Cerchiamo di riflettere, di ponderare bene prima di fare scelte avventate. Del resto la storia si lega molto bene con la letteratura formando un binomio inscindibile. Infatti quando si affronta lo studio di un’epoca letteraria e di un autore lo si colloca nel periodo storico in cui è vissuto.
Il ministro Bussetti ci ripensi seriamente e dia ascolto alle parole della Senatrice Segre, testimonianza vivente delle pagine più tetre della storia contemporanea, del ricordo e della memoria.
Mario Bocola
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