DirigentiScuola – l’associazione che rappresenta oltre 1200 presidi in tutta Italia -lancia l’allarme e un appello al ministro Giuseppe Valditara: visto che le “procedure sono farraginose”, ci sono dubbi interpretativi “che non vengono ancora sciolti” e risorse in acconto “che non arrivano”, sugli obiettivi scuola del Pnrr, conceda “una proroga di almeno tre mesi”. Oppure partiranno “azioni di tutela”.
Secondo i presidi, come riporta Repubblica, sarebbero tre i progetti che potrebbero fallire. Si tratta del Next Generation Classroom, che riguarda la ristrutturazione degli ambienti scolastici; del Next Generation Lab, che punta a realizzare laboratori innovativi; il terzo, si chiama Divari territoriali, è il progetto per le azioni di contrasto alla dispersione scolastica: valore: oltre 2 miliardi e 600 milioni di euro.
Dunque la richiesta è quella di dilazionare di almeno novanta giorni “per gli adempimenti sulle piattaforme Futura, del ministero dell’Istruzione e del Merito, Consip-Mepa del Mef e Fvoe-Cig dell’Anac”. La categoria “non può più rispondere delle inadempienze altrui”.
Dice Attilio Fratta a Repubblica: “Siamo alle prese con i progetti del Pnrr e abbiamo enormi macigni davanti. I presidi hanno ormai da decenni hanno sulle loro spalle enormi responsabilità. Ora, con le scadenze Pnrr, ci ritroviamo anche più soli e disorientati: dobbiamo affrontare procedure per le quali esistono ad oggi ancora dubbi interpretativi che il Ministero, a più riprese sollecitato, non ha sciolto, nessuna risposta definitiva è stata fornita. E soprattutto: le complesse procedure del codice degli appalti espongono i dirigenti scolastici a precise responsabilità erariali e dirigenziali”.
E poi puntualizza, scrive sempre Repubblica: “Abbiamo chiesto al Ministero di farsi carico di queste difficoltà ben note: gli uffici Viale Trastevere sono consapevoli dei nodi, e occorre che intervengano, altrimenti non potremo che prevedere forme di tutela della categoria”. Serve insomma “assolutamente una proroga, altrimenti non solo la scuola, ma tutto il governo italiano rischia la sua credibilità a livello europeo”.
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