Attualità

Si rischia di restituire i fondi europei destinati a contenere il fenomeno Neet

Nonostante l’Italia sia la nazione Ue col maggior numero di Neet, dopo la Romania, non si riescono a gestire i fondi stanziati dalla Comunità per cercare di risolvere questo ingombrante problema. 

Infatti sono circa 1,7 milioni, pari al 16,1%,  i giovani, tra i 15 e i 29 anni, che non studiano, non lavorano e da oltre 6 mesi non seguono un percorso formativo, ma  rischiamo di dover restituire all’Europa circa 1 miliardo di euro per il mancato utilizzo delle risorse del Programma Operativo Nazionale – Iniziativa Occupazione Giovani. 

Erano circa 2,7 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 quelli messi a disposizione per l’Italia per reintegrare nel mondo del lavoro i giovani Neet. 

Lo denuncia ActionAid e Cgil nel Rapporto “Neet: giovani in pausa. Superare gli stereotipi per costruire politiche pubbliche efficaci”, nel quale viene specificato che, per fronteggiare la condizione di Neet, a dicembre 2013, l’Unione europea ha promosso il primo intervento di politiche attive, finanziando circa 2,7 miliardi di euro, ma, a febbraio 2024, i pagamenti certificati sarebbero arrivati a 1,6 miliardi, ovvero il 62% dei fondi stanziati.

Tuttavia, si dice nel comunicato congiunto Cgil- ActionAid, che pur essendo dati provvisori, restituiscono una rendicontazione negativa che richiederà all’Italia di restituire all’Unione europea circa 1 miliardo di euro, mancando così l’opportunità di contrastare un fenomeno che si stima costi allo Stato italiano circa 25 miliardi l’anno, l’1,4% del PIL.

Dall’analisi di ActionAid e Cgil risulta che Garanzia Giovani ha contribuito a reintrodurre nel mercato del lavoro solo il 26% della popolazione Neet del nostro Paese. 

Il programma in circa dieci anni (2014-2023) ha coinvolto l’82% della popolazione giovanile residente in Italia in condizione Neet. Ad accedere al programma sono stati soprattutto uomini (52%) di età compresa tra i 19 e i 24 anni (56,2%) residenti nel Sud Italia e nelle Isole (43,4%). Di questi, il 47,6% ha completato il percorso intrapreso, ma solo il 32% a sei mesi dalla fine del programma risulta occupata/o. 

Anche nel 2023, la maggiore incidenza di giovani Neet è stata registrata nel Sud e nelle Isole (28,4% contro il 11,7% del Nord). In Italia il luogo in cui si vive incide ancora profondamente sulle opportunità formative e lavorative delle e dei giovani. La Regione Sicilia ha il tasso di incidenza più alto (32,2%), seguita dalla Campania (31,2%) e dalla Calabria (30,3%).

Per contrastare il fenomeno Neet l’Italia ha avuto a disposizione 2,7 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, a cui si sommano 4,4 miliardi di euro a valere sul programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori per il quadriennio 2022-2025 e circa 2,8 miliardi di euro stanziati con il Piano nazionale Giovani, donne e lavoro dal 2021 al 2027. 

Le progettazioni finanziate sino all’anno 2023 non hanno però tuttavia dato i risultati sperati. 

I dati confermano in ogni caso che ad aggravarsi sono le condizioni delle giovani donne e di chi vive al Sud.

Pasquale Almirante

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