Nell’articolo 2 del decreto-legge varato dal governo il 10 ottobre scorso è stato inserito un dispositivo che, modificando la precedente disciplina, stabilisce che il reclutamento dei dirigenti scolastici avverrà nuovamente su base regionale. Ma cancella anche la previsione del corso-concorso selettivo di formazioni ai fini dell’accesso alla dirigenza scolastica e reintroduce il concorso in senso stretto.
Al posto del corso-concorso vi sarà una selezione ordinaria, eventualmente preceduta da una prova selettiva, che si baserà su una o più prove scritte e una orale.
La notizia è data da Italia Oggi, che precisa pure che il superamento delle prove avverrà previo conseguimento di una valutazione non inferiore a 7/10 o equivalente.
Al concorso potranno partecipare i docenti e gli educatori in possesso del relativo diploma di laurea magistrale ovvero di laurea conseguita in base al previgente ordinamento, che abbiano maturato un’anzianità complessiva nel ruolo di appartenenza di almeno cinque anni.
Il periodo di formazione e di prova dei neodirigenti scolastici durerà due anni. Per la formazione il governo ha stanziato 180 mila euro annui a partire dal 2021.
L’introduzione della nuova disciplina per il reclutamento dei dirigenti scolastici, dovrebbe pure comportare un risparmio di spesa. Il governo ha ritenuto di modificare la precedente procedura perché «estremamente lunga e complessa», «inidonea a sopperire alle criticità organizzative delle istituzioni scolastiche».
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