L’incontro odierno Ministro-sindacati ha ottenuto almeno un risultato: il fronte sindacale che, solo fino a pochi giorni fa, appariva solido e compatto si è incrinato e riportato alla luce le divisioni di sempre.
L’avvicinamento fra confederali e Gilda a cui si era assistito nei giorni scorsi e che aveva suscitato lo stupore di non pochi osservatori si è dimostrato un fatto del tutto estemporaneo e casuale.
I commenti sull’incontro sono infatti discordi: la Gilda "registra un positivo atteggiamento di apertura da parte del Ministro su tutte le questioni aperte dall’art. 13 della finanziaria", al contrario confederali e Snals annunciano già subito che sarà sicuramente sciopero se entro 7 giorni l’Esecutivo non avrà proposto emendamenti seri e consistenti alla attuale legge finanziaria.
Ironico Massimo Di Menna della Uil Scuola: "Con questa finanziaria, invece di un piano pluriennale di investimenti siamo in presenza di un piano pluriennale di riduzione della spesa destinata all’istruzione !"
Senza possibilità di appello appare anche il giudizio dello Snals: "Non è ammissibile, dichiara il segretario nazionale Fedele Ricciato, che non siano previsti fondi a sufficienza per il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni e che non si dia alcuna risposta concreta in materia di risorse aggiuntive da destinare al personale impegnato nel processo di innovazione".
"Né, prosegue Ricciato, è possibile accettare la pretesa di contenere ancor più la spesa per l’istruzione riducendo gli organici, aumentando l’impegno orario, cancellando di fatto l’istituto delle supplenze "medio-brevi", ed intervenendo in maniera disorganica sulla normativa che regolamenta gli esami di Stato."
Per parte sua il Ministero sta cercando di evidenziare alcuni aspetti positivi: la scuola è uno dei pochi settori per i quali la legge finanziaria non prevede riduzioni di spesa; lo stesso blocco delle assunzioni riguarda tutte le pubbliche amministrazioni, con eccezione della scuola. D’altronde (il Ministro lo ha ribadito più volte nell’incontro odierno) nella scuola non si tratta tanto di "tagliare" quanto di "riqualificare la spesa".
Obiettivo che tutti sembrano condividere ma sul quale sarà difficilissimo trovare un accordo reale.
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