Sulla riapertura delle GAE non c’è molto accordo fra i sindacati di base. Come avevamo già reso noto l’11 settembre inizierà alla Camera il dibattito sul “decreto milleproroghe” nel quale per errore al Senato era stato inserito un emendamento presentato da LeU finalizzato proprio alla riapertura delle graduatorie.
Dal Ministero era subito arrivata la precisazione: alla Camera l’emendamento verrà cancellato.
A questo punto è iniziato il tam tam delle proteste: Anief ha proclamato uno sciopero per l’11 settembre e, per la stessa data, una manifestazione nazionale alla quale hanno aderito CUB e Cobas.
Nei giorni scorsi Unicobas ha già dichiarata la propria indisponibilità per l’iniziativa in quanto la riapertura delle GAE viene considerata del tutto insufficiente per la soluzione dei problemi dei precariato.
Nelle ultime ore è intervenuto anche l’USB: “Non accogliamo l’invito ad essere presenti alla manifestazione perché crediamo che la soluzione al precariato non possa essere il precariato eterno, ma una soluzione strutturata e credibile che parta dall’immissione in ruolo immediata di chi da anni lavora nella scuola, senza altri ‘stazionamenti’ in graduatorie infinite, unita alla trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, superando quel gioco delle tre carte che il Ministero orchestra da anni per non rivelare i veri fabbisogni della scuola italiana”.
“Chi ha vissuto sulla propria pelle la storia del precariato scolastico – sottolinea il segretario nazionale Luigi Del Prete – sa benissimo che le GaE sono state un inferno per migliaia di precari, in attesa di un’immissione in ruolo continuamente rimandata per colpa dei tagli, arrivata poi per molti con la devastante legge 107 e il tristemente noto algoritmo che li ha trasformati in docenti di ruolo precari”.
“L’emendamento di riapertura delle GaE – sottolinea l’USB – non risponde in alcun modo alle esigenze di garanzia che giustamente richiedono i diplomati magistrali immessi in ruolo e tanto meno a quelle di tutti i precari che hanno più di 36 mesi di servizio, la cui stabilizzazione deve essere immediata, perché si possano garantire le professionalità acquisite sul campo e per consentire una vera continuità didattica”.
Il sindacato di Del Prete è molto critico anche sulla “politica dei ricorsi” praticata in questi anni soprattutto dall’Anief: “La stagione dei ricorsi ha generato solo conflitti fallimentari tra lavoratori, permettendo a chi l’ha promossa di raggiungere i propri obiettivi in termini di rappresentatività ed agibilità sindacale, lasciando come eredità l’individualizzazione e la frammentazione dei lavoratori della scuola e una costante guerra tra poveri”.
La piattaforma dell’USB, al contrario, prevede obiettivi diversi:
1) la trasformazione dell’organico di fatto in diritto;
2) il ripristino del tempo prolungato al Nord e la sua effettiva istituzione al Sud Italia;
3) la diminuzione del numero di alunni per classe;
4) la trasformazione dei posti in deroga sul sostegno in organico di diritto;
5) un contingente adeguato di personale Ata misurato sui fabbisogni delle scuole e non appiattito sul turn over.
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