Vorrei lanciare un appello ai presidi e ai docenti, in vista del nuovo anno scolastico.
Che, al di là delle note difficoltà logistiche, di gestione degli organici e quant’altro, sia riportata l’attenzione sul vero fulcro della vita delle scuole, cioè la qualità formativa del “servizio” agli studenti, alle loro famiglie, al nostro sistema Paese.
Perché sono gli studenti il cuore della scuola, non i presidi o i docenti o il personale di segreteria. Sono gli studenti.
Meglio, sono le loro nuove domande formative, sono le preoccupazioni educative delle famiglie, sono le prospettive di futuro di questi ragazzi, e quindi anche nostro. Perché sono loro il nostro presente e futuro.
La scuola non può più essere considerata solo come luogo creativo di posti di lavoro, ma come un “servizio”. Ed in ragione di questo “servizio” è giusto ed è bene che siano scelti i migliori presidi ed i migliori docenti, perché i nostri studenti hanno diritto ad incontrare, nella loro vita, docenti-maestri, non docenti qualsiasi, che li aiuteranno a scoprire se stessi e le implicazioni del loro futuro.
Quindi, giá nei collegi dei docenti, si parta non dalle questioni logicistico-burocratiche, ma dalla domanda se la scuola oggi sia ancora in grado di corrispondere alle domande di speranza, sul come possa innovarsi oltre le tante e troppe materie, oltre le tecnologie, oltre le vecchie autoreferenze della “libertà di insegnamento” ancora pensata come maschera dell’individualismo didattico.
E le riunioni tra docenti pongano al centro il bene degli studenti e le nuove domande di motivazione, sapendo che i ragazzi, per le “sudate carte”, cioè per la “fatica del concetto”, hanno necessità di cogliere il senso, il valore di ciò che viene loro proposto. E questo senso è un loro diritto, prima delle tante nozioni o gestioni orarie.
I ragazzi l’hanno capito: l’istruzione è un diritto sacrosanto, ma la promozione è un impegno ed una responsabilità tutta loro, non un atto dovuto.
Come, per noi che lavoriamo nelle scuola, il lavoro è un diritto, ma il posto di lavoro ce lo dobbiamo meritare ogni giorno, al di là di contratti e convenzioni.
Ai genitori, infine, è giusto chiedere: non stressate troppo i vostri figli, ma lasciateli anche, qualche volta, sbagliare. Perché sbagliando si impara. E fidatevi dei vostri insegnanti, i quali sono, per la gran parte, in gamba e sensibili.
Ritorniamo, dunque, al cuore pulsante della scuola.
Gianni Zen, dirigente scolastico presso il liceo Brocchi di Bassano
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