Tornare alla vaccinazione obbligatoria per tutti i bambini in età di formazione scolastica: lo chiede l’on. Filippo Crimì (Pd), che ha presentato una proposta di legge ad hoc.
Di tale possibilità ne hanno discusso oggi gli assessori regionali alla Sanità, riuniti il 14 ottobre a Roma: l’ipotesi è che il nuovo “Piano nazionale di prevenzione vaccinale”, che si sta scrivendo in questi giorni, e che costerà 200 milioni in più rispetto al passato, proprio per la introduzione di nuove vaccinazioni, introduca anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto di vaccinazioni.
C’è anche però chi frena: “è importante la massima attenzione sui vaccini, quindi bene le campagne informative ma è davvero eccessiva l’ipotesi di negare le iscrizioni nelle scuole ai bambini non vaccinati. Il loro diritto all’istruzione va garantito”, fa notare la capogruppo Pd nella commissione Affari sociali, Donata Lenzi.
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“Bisogna porsi il tema ma le Regioni non vietano nulla a nessuno”, ha ribattuto il coordinatore degli assessori regionali, Sergio Venturi.
“Non vietiamo l’accesso alla scuola pubblica, ma ci poniamo il tema che la frequenza della scuola sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie”, ha Venturi. Il piano vaccinale andrà il 20 ottobre all’attenzione dei governatori nel corso della Conferenza delle Regioni e, successivamente, all’esame della Conferenza Stato-Regioni. Che all’accesso nella scuola sia presentato il libretto vaccinale è già previsto nel piano vaccinale attuale del ministero della Salute. Finora però anche se non si erano fatti i vaccini obbligatori, i bambini venivano ugualmente iscritti a scuola.
“Bisogna porsi il tema che l’accesso alla scuola pubblica sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie. Il diritto all’accesso agli studi – ha concluso il coordinatore degli assessori regionali – è costituzionale così come lo è anche il diritto alla salute”.
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