Dopo le lunghe vacanze natalizie, si prospetta un ritorno a scuola con disagi per gli studenti che frequentano gli istituti scolastici: una fetta dei 14mila ex lavoratori socialmente utili, oggi impiegati come pulitori nelle scuole, ha infatti annunciato che aderirà allo sciopero indetto dalla Federazione nazionale Usb Lavoro Privato, per lunedì 10 e martedì 11 gennaio, in dissenso verso la politica di graduale riduzione di finanziamenti decisa dal Governo attraverso il decreto ‘Milleproroghe’. Disagi sono previsti soprattutto nelle scuole del Centro-Sud, dove sono concentrati gli ex Lsu.
“In questi giorni – ha detto Carmela Bonvino, della Usb – il Miur per il 2011 decide di continuare sulla strada degli appalti di pulizia nelle scuole ma con il nuovo appalto al ribasso, che porterà a un peggioramento del servizio e un disastro occupazionale con cassa integrazione, licenziamenti e riduzioni drastiche degli orari lavorativi e maggiori carichi di lavoro per gli ex-lsu che operano nelle scuole“.
“E questo – ha continuato Bonvino – dopo che da oltre 15 anni gli Lsu hanno garantito il servizio nelle scuole prima con gli enti locali e poi con il Miur in condizioni di continua precarietà. Sarà che la Lega è al Governo, ma così si opererà un taglio discriminante di risorse solo nelle scuole del centro-sud dove questi lavoratori sono più numerosi e senza che si dia agli esuberi nessuna alternativa seria“.
Il sindacato di base chiede quindi al Miur di invertire la rotta e decidere per la reinternalizzazione del servizio, senza tagliare i posti di lavoro, con la stabilizzazione del personale ex-lsu nei posti in organico accantonati e l’attivazione di una mobilità lunga in deroga per accompagnare i lavoratori con i requisiti al pensionamento. Nelle due giornate di sciopero sono in programma iniziative di protesta (presidi, volantinaggi, sit-in, assemblee pubbliche) a Frosinone, Latina , Rieti, Napoli, Potenza, Cagliari, Bari e Palermo.
Nei giorni seguenti sono previste altre iniziative di lotta, in prevalenza di tipo locale, messe in atto dai precari e dai Cobas. Le contestazioni di gennaio culmineranno nello sciopero generale dei metalmeccanici di venerdì 28 gennaio, proclamato dalla Fiom per la vertenza Fiat sull’accordo di Mirafiori. Nella serata di domenica 9 gennaio, dopo un lungo confronto tra il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, e quello della Fiom, Maurizio Landini, è giunta la notizia che il sindacato di Corso Italia parteciperà alle manifestazioni sul territorio. Ma non proclamerà lo sciopero. “La Cgil – ha detto il segretario generale – è impegnata con la Fiom per la massima riuscita delle manifestazioni“.
E la stessa Camusso andrà al comizio di Bologna con il leader della Fiom, Maurizio Landini, il 27 gennaio (in Emilia-Romagna lo sciopero è anticipato al giorno prima). La notizia non farà molto piacere ai precari della scuola, che nei giorni scorsi avevano inviato un appello ai sindacati, in particolare proprio alla Cgil, e a tutti i dipendenti del settore pubblico, perchè adessero allo sciopero della Fiom. Secondo il Coordinamento precari scuola di Roma “con l’accordo firmato il 23 dicembre dalla Fiat e dai sindacati asserviti alle logiche di Marchionne, ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di eliminare i diritti dei lavoratori, a partire dallo sciopero, di calpestare completamente i diritti sindacali, la Costituzione e la democrazia nei posti di lavoro in nome dell’unico diritto consacrato negli ultimi anni: quello delle aziende di realizzare i profitti eliminando ogni ostacolo possibile alla realizzazione di quest’unico fine“. Il Cps romano ha spiegato, inoltre, che “i lavoratori del settore pubblico, a partire dalla Scuola e dall’Università, stanno subendo un attacco analogo a quello dei lavoratori della Fiat, che si concretizza nei tagli, nella precarizzazione crescente del personale, nel blocco degli scatti di anzianità, nell’immiserimento della qualità dei saperi trasmessi e – hanno concluso i precari capitolini – nel più generale attacco all’essere pubblico dell’istruzione“. Considerando che il 28 gennaio anche la Cub ha proclamato l’astensione dal lavoro di tutti i dipendenti dei settori pubblici e privati, l’ultimo venerdì del mese potrebbe comunque trasformarsi in una giornata di protesta tutt’altro che marginale.