Foaud, 17 anni, alunna del liceo Fenelon, nel centro di Lilla, si è uccisa nella sua camera in un centro di accoglienza. Era di colore e transgender.
Alcuni mesi prima, raccontano i compagni di scuola, aveva cominciato a vestirsi da ragazza e qualche settimana fa si era presentata in gonna anche al liceo, scatenando una prima opposizione, poi superata, ma non in grado di fermare la ferocia dei social che si sono scatenati perfino contro i prof tolleranti.
Secondo i suoi amici, “non era perseguitata, ma in preda a un malessere dovuto alla difficoltà di vivere in una società che non vuole evolvere”. “Non cerchiamo colpevoli o responsabili di quanto è successo. Vogliamo solo nuove regole per proteggere i trans anche a scuola”.
Sembra infatti che dopo una prima labile resistenza, la scuola l’abbia autorizzata a ritornare vestita come voleva. Ma il disagio non si era esaurito. Fra l’altro aveva una situazione familiare complicata e aveva sofferto anche di discriminazioni razziali essendo di colore.
Intanto nel comunicare la morte di Fouad, il provveditorato ha usato ancora il genere maschile. Mentre i suoi compagni la vogliono ricordare per quello che Fouad voleva essere o diventare, una donna.
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