Mentre il governo Renzi, tira dritto come un treno nella sua azione trasformista del sistema scolastico, i sindacati cincischiano, senza trovare la quadra per indire uno sciopero unitario della scuola pubblica italiana.
Eppure le motivazioni per scioperare non mancherebbero. D’altronde il piano Renzi-Giannini, fatta eccezione per l’obbligo imposto dalla Corte di giustizia europea, di assumere 150 mila precari è pieno di novità peggiorative per gli insegnanti e per il personale scolastico. Quali potrebbero essere i motivi principali che dovrebbero fare scendere in piazza, al seguito dei sindacati della scuola, migliaia e migliaia di insegnanti? Il blocco del contratto della scuola per tutto il 2015, e il blocco degli scatti di anzianità fino al 2019, non è forse un motivo per gridare il proprio dissenso? La presa in giro messa in atto questa estate sulla questione quota 96, la dice lunga sul fatto che questo Governo non ha a cuore i problemi della scuola, degli insegnanti e del personale ata. Se Renzi non è stato in grado di trovare qualche decina di milioni di euro per sanare la palese ingiustizia dei quota 96, consentendo a tutto il personale scolastico che alla data del 31 agosto 2012 aveva i requisiti per andare in pensione, di andarci a partire da subito, svincolandolo dalla perfida gabbia della riforma Fornero, come potrà trovare qualche miliardo di euro per adeguare i poveri stipendi degli insegnanti e di tutto il personale scolastico?
Infatti per gli insegnanti e per tutti i lavoratori delle scuole sono ancora previsti tagli e sacrifici economici. Questi argomenti non dovrebbero rappresentare il collante per un unione sindacale forte e decisa? L’auspicio che arriva dall’interno delle scuole, in particolar modo dalle sale docenti, è che Flc Cgil, Uil scuola e Cisl scuola parlino lo stesso linguaggio di protesta, rispetto a quella che è diventata ormai un’emergenza salariale. Gli insegnanti italiani sono i peggio pagati d’Europa e si continua a fare la cresta anche sul loro salario accessorio. Bisogna ricordare che oltre il 50% del MOF è stato dirottato per pagare gli scatti bloccati del 2011 e 2012 e che quindi si sta andando, passo dopo passo, come piace dire a Renzi, ad azzerare un fondo che costituiva una parte accessoria dello stipendio dei docenti.
I sindacati sembrano avere compreso che con la riforma Renzi sulla scuola, gli insegnanti staranno peggio sia dal punto di vista giuridico, con meno diritti e più doveri, ma anche dal punto di vista economico, con stipendi sempre molto risicati.
I sindacati hanno anche capito che la cancellazione degli scatti di anzianità dal 2015, farà risparmiare alle casse dello Stato oltre 1 miliardo di euro, che salvo emergenze economiche impreviste verranno redistribuite a partire dal 2019 attraverso gli scatti di competenza. In buona sostanza quella sulla scuola è una riforma a costo zero o sottozero, in particolare per la valorizzazione professionale non sono previste risorse aggiuntive ma si è pensato di ripartire, gli stessi soldi risparmiati dall’abolizione degli scatti di anzianità, su i due terzi del personale scolastico. Una genialata che in un Paese normale condurrebbe sindacati normali ad unirsi e scioperare per la tutela e la difesa dei diritti e dei salari dei lavoratori
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