Sono 109 le scuole che fra un anno la Sicilia rischia di perdere a causa degli accorpamenti. Un allarme che viene lanciato anche dai sindacati (che si oppongono) ma a cui l’Ufficio Scolastico Regionale non vuol dar seguito. Troppo presto infatti per fare stime sul dimensionamento scolastico (che aumenta la soglia di alunni da 600 a 900), ad oggi non ci sarebbero decreti attuativi ed è difficile prevedere cosa succederà. Il rischio è che centinaia di istituti, specie nelle aree interne, non raggiungendo quella soglia, debbano essere accorpati.
Secondo l’Ufficio Scolastico Regionale, al momento è impossibile fare previsioni, perché dovrà essere la Conferenza Stato-Regioni a stabilire il numero di scuole e come distribuirle in base alle esigenze del territorio.
Una diminuzione di studenti che potrebbe influire anche sugli organici di docenti e dirigenti.
Pierro (Usr Sicilia): “Nessun plesso chiuderà”
Intervistato dal “Giornale di Sicilia” il direttore dell’Usr siciliano Giuseppe Pierro, ha però rassicurato:
“Ancora non è stato deciso nulla. Il numero dei dirigenti sarà stabilito anche in base a eventuali deroghe discusse nella Conferenza Stato-Regioni. Il problema potrebbe presentarsi a settembre 2024, in coincidenza con l’avvio di quell’anno scolastico. Per il 2023/24 invece la Regione ha già approvato e pubblicato il piano di dimensionamento e non ci sono sostanziali differenze rispetto al precedente”.
Il rientro dei dirigenti nella propria terra d’origine? “Il passaggio alla norma del dimensionamento scolastico sarà graduale, almeno nell’arco di tre o quattro anni – afferma Pierro – ma la Regione, che ha la facoltà di intervenire su queste materie, concederà molte deroghe per via della specificità dell’isola, basti pensare alle scuole delle aree montane o delle isole minori”.
In ogni caso il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale ribadisce: “Nessun plesso chiuderà, le eventuali fusioni riguarderanno solo il dirigente scolastico che potrebbe dirigere più di un istituto. Con la Regione stiamo affrontando la questione affinchè una scuola non abbia una succursale in un Comune lontano”.