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Sicilia: docente costretta a fare 2079,2 Km mensili per poter insegnare

Carissimo Signor Ministro, Professor Giuseppe Valditara,

sono il marito di un’insegnante assunta a tempo indeterminato il 1° settembre 2022 nella provincia di Palermo, già iscritta nelle graduatorie ad esaurimento e vincitrice del concorso nel 2000.

Dopo tantissimi anni di attesa è arrivata la sperata assunzione ma, a differenza degli insegnanti già in servizio che chiedono la mobilità nell’assegnazione della sede, la neo assunta non può decidere se la cattedra debba essere interna o esterna, costringendo di fatto taluni insegnati a dover accettare qualsiasi località e tipologia di cattedra. Nello specifico, quest’anno è stata data la possibilità della prima scelta dei posti disponibili, per un’arcaica tramandata regola, ad un docente vincitore del concorso del 2021 a discapito dei docenti che da oltre 20 anni attendono l’assunzione.

Nel caso specifico a mia moglie sono state prospettate 18 ore di insegnamento in 4 diverse scuole site in quattro diversi comuni distanti anche più di 70 chilometri l’una dall’altra. Considerato che il rendimento nel servizio sarebbe stato approssimativo a causa della stanchezza che si sarebbe accumulata nel tempo, mia moglie ha deciso responsabilmente di optare per un contratto part time rinunciando ad una scuola con 4 ore e quindi ad una parte dello stipendio pur di garantire agli studenti una prestazione che possa definirsi tale; nonostante ciò mia moglie deve percorrere 519,8 Km settimanali per un totale di circa 2079,2 Km mensili su 4 settimane. Senza considerare poi gli impegni pomeridiani per consigli di classe, riunioni dei genitori ecc., solo per citarne alcuni, per cui la percorrenza chilometrica aumenta a dismisura.

Se interpelli le istituzioni, per tutta risposta, ti viene detto: “qualcuno dovrà pur essere l’insegnante titolare di questa cattedra!”. Anch’io sono d’accordo, ma perché la scuola, a differenza di altre amministrazioni statali, non prevede alcuni vantaggi per gli insegnanti più “disagiati”, punteggi incrementali per le cattedre esterne, maggiorazione nello stipendio, indennità di percorrenza chilometrica al fine di aiutare i docenti già in difficoltà ed invogliare giovani insegnanti a preferire queste sedi piuttosto che altre e quindi migliorare la condizione della scuola nelle zone montane.

Altro aspetto rilevante è “il collegamento telematico”, che è stato utilizzato al 100% nel periodo “covid” ma poi lentamente abbandonato; alcune scuole si rifiutano l’utilizzo e costringono gli insegnati e genitori a partecipare a riunioni affollatissime e magari in collegamento “meet” tra due grosse aule per via della limitata capienza delle stesse. Rifiuto di apportare migliorie per il benessere di tanti insegnanti che invece danno moltissimo per far funzionare al meglio la scuola facendo le ore piccole a casa e riducendo al minimo il tempo da dedicare ai propri figli, alla famiglia e a se stessi.

Problema non meno rilevante, sono le “cattedre esterne”; le stesse devono per regolamento essere formate da un massimo di tre scuole differenti, ma la norma viene disattesa indirettamente allorquando una scuola è consociata con altri istituti per cui una cattedra esterna costituita da tre scuole di fatto viene suddivisa a sua volta in 4 istituti siti in 4 comuni differenti e lontanissimi tra loro, proprio come quella in cui presta servizio mia moglie, talune anche percorrendo strade provinciali interessate dal gelo, frane, molteplici interruzioni in inverno e ampiamente dissestate (Corleone – Prizzi – Alia – Lercara Friddi) facendomi temere ogni giorno per l’incolumità della mia famiglia.

Chi conosce la scuola come Lei sa benissimo di cosa parlo e mi è piaciuta una sua prima dichiarazione che ho letto nella stampa: “Ascolteremo le ragioni degli studenti…” ma sarebbe anche opportuno ascoltare le ragioni dei docenti fino adesso abbandonati a se stessi e alla loro intraprendenza personale.

I rappresentanti del Governo uscente volevano proporre la figura del “Super Docente” che avrebbe avuto una paga e responsabilità maggiori, magari sarebbe opportuno prima risarcire i tanti insegnanti disagiati e regalargli la prospettiva di un futuro più agevole nel più breve tempo possibile.

Tutti conoscono la problematica, proprio tutti, personale del Provveditorato, delle Segreterie delle scuole, quello dei Sindacati della Scuola, rispondono tutti: “è uno schifo, purtroppo in Sicilia le cattedre esterne sono così”, ma nessuno prende a cuore la problematica e si mette nei panni di una giovane cinquantenne appena assunta.

Senza considerare che, con la stessa paga, c’è chi presta servizio nella migliore scuola d’Italia con una cattedra interna ma c’è anche chi come mia moglie deve gestire una cattedra esterna, costretta al part time ed enormemente disagiata.

Signor Ministro voglia accogliere lo sfogo di un marito che spera di poter contribuire al benessere di tutti gli insegnanti che hanno l’oneroso compito di istruire i giovani che saranno la società futura dell’Italia.

Calogero Di Carlo  

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