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Siciliani e pugliesi, i migranti della laurea

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Sono più di 400mila i fuori sede che all’inizio dell’autunno migrano verso le varie università dell’Italia.

Se però ci sono regioni che lasciano partire tanti ragazzi, ce ne sono altre che, al contrario, li attraggono, secondo un flusso che vede Puglia, Sicilia, Campania e Calabria il maggior numero di giovani partire.

L’inchiesta è stata elaborata da Skuola.net con i dati del Miur.

Attualmente sono oltre 50mila i pugliesi che studiano altrove (ben il 40% dei 128mila che in quella regione stanno tentando di laurearsi).

Quasi gli stessi i siciliani che vanno via: anche loro sono attorno ai 50mila, anche se incidono in maniera leggermente inferiore sugli iscritti complessivi (rappresentano il 32% dei 155mila universitari dell’Isola).

Poco più di 36mila, invece, i campani che fanno le valigie; loro però, se rapportati al dato complessivo, non sono così tanti: il 17% dei 210mila iscritti all’università provenienti da questa regione (e che, tra l’altro, non vanno così lontano: quasi la metà – 16mila – studiano nel vicino Lazio). Anche in Calabria, però, non si scherza: 32mila studenti in fuga, il 44% del totale.

Chi parte dalla Puglia e dalla Sicilia ha tre destinazioni preferite: il Lazio, Emilia-Romagna e Lombardia, ma anche la Toscana.

Diverso ciò che accade in Valle d’Aosta, Basilicata e Molise.

Il 74% degli universitari valdostani – in totale non arrivano a 3mila – si spostano, ma quasi tutti rimangono nei paraggi (3 su 4 frequentano gli atenei del Piemonte).

I lucani sparsi per l’Italia sono ancora di più: quasi 17mila, il 76% dei 22mila complessivi; anche qui, però, si lasciano alle spalle non troppi chilometri: la maggior parte si divide tra Lazio, Campania, Puglia e Toscana.

Stesso discorso per i molisani: 66% di ‘esodi universitari’ ma indirizzati soprattutto verso Lazio e Abruzzo.

Pasquale Almirante

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