“A distanza di 12 anni dalla legge n. 626 del ’94 più del 60% degli edifici è fuori norma – ha detto Rembado – per garanzie d’incolumità e a giugno scadrà l’ennesima proroga dei termini che fino ad oggi hanno consentito di disapplicarla”.
Sarebbero circa 30.000 gli edifici scolastici italiani che non rispettano le normative sulla sicurezza. La denuncia non è da poco, come non da poco è l’autore a cui va attribuita: la stima è infatti di Giorgio Rembado, leader storico dell’Anp, l’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola, tra i promotori della campagna “A scuola sicuri”, confluita nei giorni scorsi in una proposta di legge popolare, già presentata in Cassazione, e nata come risposta al crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia del 31 ottobre 2002 che provocò la morte di 27 alunni ed una maestra. La proposta popolare, il cui testo è stato reso noto il 1 marzo a Roma, necessita di almeno 50.000 firme, che verranno presentate dopo l’avvio della nuova legislatura.
Secondo Rembado la situazione è allarmante: “in Italia – dice il presidente dei dirigenti scolastici – ci sono complessivamente circa 50.000 scuole ed oltre il 60% non risponde ai criteri normativi di completezza, snellezza e specificità previsti dalla legge 626 del 1994 sulla sicurezza specifica degli edifici della scuola. A distanza di 12 anni, più del 60% di questi è fuori norma per garanzie d’incolumità e a giugno scadrà l’ennesima proroga dei termini che fino ad oggi hanno consentito di disapplicare la legge. La nostra proposta intende fare chiarezza e dire basta alle proroghe”.
La proposta, attraverso 10 articoli, fissa alcuni punti fermi: definire una scala di priorità che va dalla sicurezza statica degli edifici agli adempimenti cartacei; dare tempi certi e non rinviabili per la messa in sicurezza; vietare un regime di proroghe; individuare chiaramente i soggetti a cui spettano precise responsabilità; prevedere risorse aggiuntive nelle prossime Finanziarie e anche forme di cofinanziamento attraverso raccolte fondi finalizzate; attribuire ai capi di istituto la responsabilità di prendere decisioni in caso di emergenze; obbligo di assicurazione obbligatoria degli edifici scolastici per garantire eventuali risarcimenti non oltre 3 mesi dall’evento.
“Con l’approvazione della legge – spiega sempre Rembado – si passerà dalle parole ai fatti perché è stata concretamente pensata per le reali esigenze della scuola guardando anche alle risorse necessarie per il rinnovo l’edilizia scolastica: il testo intende poi dare una chiara individuazione dei soggetti cui spettano le responsabilità per evitare pericolose confusioni di ruolo e rimpalli di competenze. In questo modo, in caso di urgenza, dirigenti scolastici, comuni e province avranno la possibilità di applicare un potere straordinario. Abbiamo anche stabilito una scala di priorità, comprendente la sicurezza statica degli edifici, gli adempimenti cartacei e l’obbligatorietà dell’assicurazione, con il diritto ad ottenere la liquidazione entro tre mesi dall’evento”.
Nei prossimi giorni il kit per la raccolta delle firme verrà inviato a tutte le scuole italiane e a tutti gli enti interessati a sostenerlo (i moduli sono reperibili anche sul sito www.ascuolasicuri.it). La raccolta firme verrà supportata da una raccolta fondi e Gabriele Cirilli (del “Zelig Circuì”) sarà il testimonial di tutte le iniziative. Rembado promette una dura battaglia qualora il nuovo governo non dovesse essere sensibile alla petizione popolare: “la mobilitazione si concluderà solo quando l’intero parco edilizio sarà rinnovato e tutte le scuole italiane saranno sicure. Vogliamo dire basta a questa situazione che, lo ripeto, a distanza di 12 anni dall’entrata in vigore della legge 626 sulla sicurezza oltre la metà degli istituti è ancora fuori norma”.
Anche secondo Romolo Pierangelini, presidente regionale Lazio dell’A.Ge, Associazione italiana Genitori bisogna fare in fretta: “Secondo dati Istat – fa sapere Pierangelini – il 70% delle scuole è privo di certificato antincendio, il 57% di certificato di agibilità statica e il 73% di certificato prevenzione incendi. Inoltre, il 60% degli edifici scolastici risulta inidoneo dal punto di vista igienico-sanitario, il 90% ancora inaccessibile ai disabili, il 33% non ha eliminato le barriere architettoniche ed una percentuale ancora esigua ha effettuato prove di evacuazione. Ogni anno nelle scuole gli infortuni sono circa 90.000. E’ giunto il momento – conclude il rappresentante dei genitori – di entrare nella cultura della prevenzione”.