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Sicurezza a scuola: la lettera che la madre di Vito Scafidi ha scritto a nome del figlio

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“…Ed è stata proprio la scuola a tradirmi, mentre cercavo di costruire al meglio il mio futuro. Io sono la vittima del vostro correre contro il tempo, del vostro non prestare attenzione alle cose che si fanno, vittima dell’incuria, dell’ingiustizia, della legge, vittima di un sistema sbagliato e spesso corrotto che combattiamo solo a parole. Sono vittima di una memoria che non c’è stata, vittima del dimenticare, del lasciarci alle spalle le cose soprattutto se non ci riguardano in prima persona, vittima di questo mondo sbagliato che mi ha portato via quando avevo ancora una vita davanti e molte cose da fare. Sapete cosa mi manca di più? Il futuro, tutte le cose che ancora non sapevo e che avrei voluto scoprire vivendo. 
Oggi come ieri muore un ragazzo, muoiono i 27 bambini di San Giuliano, muoiono i giovani della casa dello studente dell’Aquila, moriremo ogni giorno dimenticati da tutti…
Vi chiedo di non continuare a seppellirmi ogni giorno, insieme a tutte le altre vittime dell’incuria che, come me, vorrebbero essere ancora lì insieme a voi…io chiedo a chiunque sia nella posizione di poterlo fare, di impegnarsi per impedire che quello che e successo a noi, si ripeta ancora…perché, se dovesse accadere di nuovo, avreste ancora il coraggio di perdonarvi? ”
Oggi, quando si scrivono frasi dure, quasi scollegate dalla tragedia vissuta da tutto il mondo scolastico, nel commentare la sentenza d’appello sul crollo del liceo Darwin di Rivoli, ritornano in mente le parole di Vito Scafidi scritte per mano della madre Cinzia: “Vi chiedo di non continuare a seppellirmi ogni giorno“.