Con l’avvio del nuovo anno scolastico si torna a parlare di scuole non a norma. A farlo è “Contribuenti.it”, l’associazione dei contribuenti italiani, che ha commissionato uno studio alla KRLS Network of Business Ethics per conto di “Contribuenti.it Magazine”, dal quale emerge che in Italia solo il 45% delle scuole ha il certificato di agibilità statica. Una percentuale che diventa ancora più modesta se confrontata con quella che detengono gli altri Paesi europei: il 97% della Germania, il 94% della Francia, il 92% dell’Inghilterra, l’88% della Spagna, il 77% della Polonia, il 71% del Portogallo, il 62% della Romania, il 58% della Bulgaria e il 52% della Grecia che chiude la classifica.
In occasione del convegno sulla “Tax compliance”, tenutosi a fine agosto ad Ostuni, in Puglia, è emerso che in Italia due scuole su tre non sono a norma: appena il 34% degli edifici, infatti, ha il certificato di agibilità statica assieme a quelli di agibilità igienico sanitaria e al certificato prevenzione incendi. Secondo Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it, “prima di chiedere ulteriori sacrifici economici ai contribuenti bisogna far comprendere agli italiani come vengono spesi i loro soldi. Tre contribuenti su quattro chiedono di investire sui giovani e sulla pubblica istruzione affinché tutti gli edifici scolastici siano a norma”.
Per Carlomagno “bisogna iniziare a risolvere i problemi di tutti i giorni: il Governo deve dimostrare di saper spendere i nostri soldi in opere utili, riconquistando la fiducia dei contribuenti italiani. I dati statistici dicono che solo un cittadino su quattro capisce perchè paga le tasse. Solo con la tax compliance – ha concluso il rappresentante dell’associazione dei contribuenti italiani – si può combattere l’evasione fiscale”.
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