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Sicurezza edifici scolastici, preoccupante situazione di stallo

Ancora denunce sulla scarsa sicurezza degli edifici scolastici. Stavolta a formularle è Legambiente, attraverso la XIII edizione di ‘Ecosistema Scuola 2012’, il rapporto di presentato il 10 ottobre a Torino sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia.
Davvero severo il giudizio finale: l’edilizia scolastica italiana è “vecchia e ferma sugli storici problemi legati alla sicurezza, con ancora troppe emergenze irrisolte, poche eccellenze e passi avanti. La messa a norma delle scuole resta il tallone d’Achille numero uno: quasi la metà degli edifici scolastici non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il certificato di prevenzione incendi e il 36% degli edifici ha bisogno d’interventi di manutenzione urgenti. Senza contare che il 32,42% delle strutture si trova in aree a rischio sismico e il 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico”.
Sempre secondo Legambiente questi dati “confermano lo stallo in cui si trova la qualità del patrimonio dell’edilizia scolastica italiana, che fatica a migliorare anche a causa del freno agli investimenti generato dal Patto di Stabilità. Gli unici passi avanti fatti dalle scuole riguardano la sostenibilità e il monitoraggio dell’amianto“.
Inoltre, sempre dall’indagine di Legambiente, emerge che “su 7.139 edifici scolastici di competenza dei comuni capoluogo di provincia presi in esame, circa il 60% è stato costruito prima del 1974, anno dell’entrata in vigore della normativa antisismica, mentre solo il 7% negli ultimi 20 anni. In particolare i nuovi edifici non sono costruiti secondo le tecniche sostenibili e innovative: solo l’8,22% risulta costruito con criteri antisismici e lo 0,47% secondo criteri della bioedilizia. Sul fronte delle certificazioni positivi i dati relativi alle porte antipanico (90,68%), alle prove di evacuazione (97,92%) e agli impianti elettrici a norma (82,38%)”.
Ancora una volta emergono profonde differenze qualitativa del patrimonio edilizio delle diverse aree del Paese: basta dire che il 42,93% delle scuole del Sud e il 47,61% nelle Isole necessitano di interventi di manutenzione urgenti, maggiori di 10 punti percentuali della media nazionale; mentre le regioni del Nord e del Centro, rispettivamente con il 28,97% e il 24,79%, sono sotto la media nazionale.
Secondo Legambiente, inoltre, negli ultimi due anni abbiamo assistito ad un calo totale degli investimenti in tutta Italia, con una contrazione in media di 40 milioni di euro per la manutenzione straordinaria per edificio scolastico. Una situazione che peggiora al Sud, dove la media degli investimenti è inferiore a quella nazionale, nonostante vi sia una maggiore necessità d’interventi di manutenzione straordinaria.
Qualche segnale positivo arriva, invece, dal monitoraggio sull’amianto all’interno degli edifici scolastici. Nel 2011 sono stati, infatti, 92,31% i comuni che hanno effettuato i controlli in questione e sono in crescita le azioni di bonifica al 3,10% contro il 2,58% del 2010.
C’ anche qualche segnale positivo. Che riguarda l’innovazione strutturale e la sostenibilità gestionale degli edifici. Interessanti i dati della raccolta differenziata, che dopo un periodo di stallo, registra forti segnali di crescita. La raccolta delle pile ha raggiunto ad esempio il 49,30%, con oltre 15 punti percentuali sopra il valore della passata edizione (33,90%). Bene anche la raccolta differenziata di carta (83,84%), plastica (71,51%), vetro (63,42%), organico (54,37%), toner (53,90%) e alluminio (51,77%).
Buone notizie, infine, anche nell’utilizzo dei pasti interamente biologici nelle mense (5,95%) e sale la percentuale media di prodotti biologici nei pasti, che si attesta al 56,29% contro il 52,38% dello scorso anno. Aumentano anche le cucine interne alle scuole (29,29%) rispetto al 21,53% del 2010. Dati negativi si registrano invece nell’utilizzo dell’acqua di rubinetto nelle mense scolastiche al 62,93%, con otto punti percentuali sotto il dato degli ultimi due anni. Per quanto riguarda il risparmio energetico, restano buoni i dati sull’utilizzo delle fonti d’illuminazione a basso consumo, anche se registrano un lieve calo (60,58%) rispetto allo scorso anno (65,98%).
Alessandro Giuliani

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