Gli studenti medi ed universitari tornano a protestare per l’inerzia con cui le istituzioni continuano ad affrontare la scarsa sicurezza nelle scuole. Il 9 novembre sono previste nuove mobilitazioni, con flash mob e assemblee in 43 città: saranno coinvolti i piccoli centri e le grandi città, da Belluno a Caltanissetta passando per Venezia, Bologna, Ancona, Ascoli Piceno, Marsciano (PG), Barletta e Rosolini.
L’iniziativa rappresenta anche la prova generale in vista del 17 novembre, giornata di mobilitazione internazionale degli studenti per il diritto allo studio. A capitanare la protesta saranno la Rete degli studenti e l`Unione degli universitari, le associazioni che intendono portare all`attenzione dell`opinione pubblica e della politica “la drammatica situazione in cui versano l`edilizia scolastica, la sicurezza nelle scuole e il diritto allo studio universitario“.
Lo fanno a tre anni di distanza dall’incredibile morte, sotto le macerie di un liceo di Rivoli, dello sfortunato Vito Scafidi: “da allora – dicono gli studenti di Rete e Udu – niente è stato fatto per la messa in sicurezza delle nostre scuole, nonostante la Gelmini si sia riempita la bocca con promesse come l`anagrafe nazionale sull`edilizia scolastica, di cui a tutt`oggi non c`è nessuna traccia, e nonostante continui a parlare di ‘qualità, rigore e merito’. Siamo ancora costretti a vivere in degli edifici fatiscenti, di cui uno su tre non è a norma, che sono stati costruiti tra il 1945 e il 1974 – proseguono – in cui non solo viene messa a rischio continuamente la nostra sicurezza ma in cui è impossibile avere una didattica di qualità non essendoci laboratori, palestre, tecnologia, spazi dove fare assemblee e dibattiti“.
Le contestazioni hanno avuto una sorta di prologo, l’8 novembre, a Palermo, dove si è svolto un sit-in davanti alla sede della Provincia. Gli studenti hanno ricevuto la visita di Rita Borsellino, eurodeputato Pd: “le scuole di Palermo – ha detto la Borsellino – patiscono un gravissimo deficit di sicurezza, che mette ogni giorno a rischio la vita di migliaia di studenti, professori e amministrativi”.
Lo fanno a tre anni di distanza dall’incredibile morte, sotto le macerie di un liceo di Rivoli, dello sfortunato Vito Scafidi: “da allora – dicono gli studenti di Rete e Udu – niente è stato fatto per la messa in sicurezza delle nostre scuole, nonostante la Gelmini si sia riempita la bocca con promesse come l`anagrafe nazionale sull`edilizia scolastica, di cui a tutt`oggi non c`è nessuna traccia, e nonostante continui a parlare di ‘qualità, rigore e merito’. Siamo ancora costretti a vivere in degli edifici fatiscenti, di cui uno su tre non è a norma, che sono stati costruiti tra il 1945 e il 1974 – proseguono – in cui non solo viene messa a rischio continuamente la nostra sicurezza ma in cui è impossibile avere una didattica di qualità non essendoci laboratori, palestre, tecnologia, spazi dove fare assemblee e dibattiti“.
Le contestazioni hanno avuto una sorta di prologo, l’8 novembre, a Palermo, dove si è svolto un sit-in davanti alla sede della Provincia. Gli studenti hanno ricevuto la visita di Rita Borsellino, eurodeputato Pd: “le scuole di Palermo – ha detto la Borsellino – patiscono un gravissimo deficit di sicurezza, che mette ogni giorno a rischio la vita di migliaia di studenti, professori e amministrativi”.
Secondo la sorella del giudice Paolo, ucciso dalla mafia nel 1992, è sempre più necessaria “un’anagrafe dell’edilizia scolastica, anche per capire quali interventi sono di competenza pubblica e quali dei privati. Ma soprattutto occorre che Provincia, Comune e Regione si attivino per trovare le risorse necessarie a mettere in sicurezza gli edifici“.