La sicurezza a scuola? Anche nel 2011 continua ad essere una chimera, con l’anagrafe edilizia nazionale che continua ad essere rimandata e il numero di istituti che necessitano di assistenza ad allargarsi progressivamente. La conferma è giunta dal rapporto di Legambiente sull`edilizia scolastica ‘Ecosistema Scuola 2011’, presentato il 1° marzo a Lucca. Ebbene, dall’indagine annuale risulta che meno della metà delle scuole italiane d`infanzia primarie e secondarie di primo grado (poco più di 5.000 sulle oltre 10.000 complessive) ha effettuato il collaudo statico (48%), solo poco di più (56%) è in possesso del certificato di idoneità statica o di quello di agibilità (57%). Non solo. Il 36% è in situazione di emergenza, con una percentuale delle scuole che necessita di interventi di manutenzione straordinaria che negli ultimi anni non ha fatto registrare variazioni positive: su 42.000 edifici, infatti, la metà è situata ancora in aree a rischio sismico.
L`indagine degli istituti, situati in 93 capoluoghi di provincia, racconta di un patrimonio edilizio scolastico ancora in stato di emergenza. Un dato che non accenna a scendere e che restituisce ancora la difficoltà degli enti locali di tenere in piedi un patrimonio edilizio vetusto, costruito nel 65% dei casi prima del 1974, anno dell`entrata in vigore dei provvedimenti per le costruzioni localizzate in aree sismiche. Ed è proprio la messa in sicurezza antisismica delle scuole costruite prima degli anni `70 a rappresentare, secondo Legambiente, una delle emergenze cui far fronte, dal momento che oltre il 50% dei 42.000 edifici scolastici italiani si trova tuttora in area a rischio sismico, il 9% è a rischio idrogeologico, meno del 50% degli edifici possiede il certificato di collaudo statico e solo il 10,14% è costruito secondo criteri antisismici.
Secondo il rapporto, tuttavia, quasi nella totalità degli edifici vengono fatte prove di evacuazione, più del 90% ha le porte antipanico, ma la certificazione di prevenzione incendi è solo nel 35,4% e le scale di sicurezza sono presenti in poco più del 50%. E ammontano a quasi 85 milioni, secondo Legambiente, i fondi che servirebbero per gli interventi di manutenzione straordinaria (circa 40 mila euro a intervento per 2.123 casi).
Nella classifica delle ‘buone pratica’ del dossier ‘Ecosistema Scuola 2011’ anche quest`anno il Centro Nord si conferma in testa alla graduatoria. Ad aprire la graduatoria dei Comuni capoluogo di provincia che più hanno fatto per la qualità dei servizi e dell’edilizia scolastica svetta Prato, seguita da Belluno, Biella, Parma e Torino. In fondo alla graduatoria ci sono Imperia, Pavia, Pescara, Messina e Rieti.
Sul fronte delle regioni, invece, ancora una volta il Piemonte, la Toscana e l’Emilia Romagna sono le portabandiera. La prima città del Sud è Napoli (24ma), distinguendosi per il possesso delle certificazioni di agibilità, staticità e igiene, ma anche un buon risultato in termini di raccolta differenziata. A distinguersi sull`impiego di energie rinnovabili Imperia, Prato, Ragusa e Vicenza sono le città con il dato percentuale maggiore.
Sono invece, Ferrara, Vercelli, Milano, Trento, Bolzano e Messina le città che investono mediamente di più nella manutenzione straordinaria mentre Milano, Parma, Agrigento, Udine, Bologna e Firenze quelle che investono di più in quella ordinaria.
“Nonostante i proclami governativi, attendiamo la pubblicazione dell`Anagrafe scolastica, in sospeso da quindici anni, per avere un quadro preciso delle condizioni in cui versano gli edifici scolastici in Italia”, ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile scuola e formazione di Legambiente: “La scarsità e la discontinuità delle risorse finanziarie non sono il nodo principale dell`uscita da questo stallo, lo è invece la possibilità di lavorare su una programmazione e pianificazione a medio e lungo termine, che dia modo di analizzare i bisogni del patrimonio edilizio scolastico nazionale nella sua complessità ed interezza. Per uscire dall`emergenza che da undici anni – Ecosistema Scuola denuncia – infatti, è necessario garantire organicità e stabilità al trasferimento delle risorse, ridefinire competenze e ruoli degli Enti, per completare definitivamente l`anagrafe scolastica. Ma ci aspettiamo anche dalle istituzioni che l`edilizia scolastica divenga terreno di riqualificazione e gestione edilizia di eccellenza, attenta alla sostenibilità e alla vivibilità anche formativa dei luoghi, luoghi dove ogni giorno vivono ben otto milioni di studenti”.
L`indagine degli istituti, situati in 93 capoluoghi di provincia, racconta di un patrimonio edilizio scolastico ancora in stato di emergenza. Un dato che non accenna a scendere e che restituisce ancora la difficoltà degli enti locali di tenere in piedi un patrimonio edilizio vetusto, costruito nel 65% dei casi prima del 1974, anno dell`entrata in vigore dei provvedimenti per le costruzioni localizzate in aree sismiche. Ed è proprio la messa in sicurezza antisismica delle scuole costruite prima degli anni `70 a rappresentare, secondo Legambiente, una delle emergenze cui far fronte, dal momento che oltre il 50% dei 42.000 edifici scolastici italiani si trova tuttora in area a rischio sismico, il 9% è a rischio idrogeologico, meno del 50% degli edifici possiede il certificato di collaudo statico e solo il 10,14% è costruito secondo criteri antisismici.
Secondo il rapporto, tuttavia, quasi nella totalità degli edifici vengono fatte prove di evacuazione, più del 90% ha le porte antipanico, ma la certificazione di prevenzione incendi è solo nel 35,4% e le scale di sicurezza sono presenti in poco più del 50%. E ammontano a quasi 85 milioni, secondo Legambiente, i fondi che servirebbero per gli interventi di manutenzione straordinaria (circa 40 mila euro a intervento per 2.123 casi).
Nella classifica delle ‘buone pratica’ del dossier ‘Ecosistema Scuola 2011’ anche quest`anno il Centro Nord si conferma in testa alla graduatoria. Ad aprire la graduatoria dei Comuni capoluogo di provincia che più hanno fatto per la qualità dei servizi e dell’edilizia scolastica svetta Prato, seguita da Belluno, Biella, Parma e Torino. In fondo alla graduatoria ci sono Imperia, Pavia, Pescara, Messina e Rieti.
Sul fronte delle regioni, invece, ancora una volta il Piemonte, la Toscana e l’Emilia Romagna sono le portabandiera. La prima città del Sud è Napoli (24ma), distinguendosi per il possesso delle certificazioni di agibilità, staticità e igiene, ma anche un buon risultato in termini di raccolta differenziata. A distinguersi sull`impiego di energie rinnovabili Imperia, Prato, Ragusa e Vicenza sono le città con il dato percentuale maggiore.
Sono invece, Ferrara, Vercelli, Milano, Trento, Bolzano e Messina le città che investono mediamente di più nella manutenzione straordinaria mentre Milano, Parma, Agrigento, Udine, Bologna e Firenze quelle che investono di più in quella ordinaria.
“Nonostante i proclami governativi, attendiamo la pubblicazione dell`Anagrafe scolastica, in sospeso da quindici anni, per avere un quadro preciso delle condizioni in cui versano gli edifici scolastici in Italia”, ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile scuola e formazione di Legambiente: “La scarsità e la discontinuità delle risorse finanziarie non sono il nodo principale dell`uscita da questo stallo, lo è invece la possibilità di lavorare su una programmazione e pianificazione a medio e lungo termine, che dia modo di analizzare i bisogni del patrimonio edilizio scolastico nazionale nella sua complessità ed interezza. Per uscire dall`emergenza che da undici anni – Ecosistema Scuola denuncia – infatti, è necessario garantire organicità e stabilità al trasferimento delle risorse, ridefinire competenze e ruoli degli Enti, per completare definitivamente l`anagrafe scolastica. Ma ci aspettiamo anche dalle istituzioni che l`edilizia scolastica divenga terreno di riqualificazione e gestione edilizia di eccellenza, attenta alla sostenibilità e alla vivibilità anche formativa dei luoghi, luoghi dove ogni giorno vivono ben otto milioni di studenti”.