Oggi, 22 novembre, si celebra la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole. Il Dossier scuola, giunto alla sua nona edizione, raccoglie le iniziative di prevenzione rivolte a studenti di ogni grado scolastico. Questo progetto editoriale, promosso dalla Direzione centrale prevenzione dell’INAIL, riassume le attività svolte durante l’anno scolastico precedente per sensibilizzare giovani e docenti sull’importanza della sicurezza.
I dati dell’Inail sugli infortuni segnalati nel 2023 dagli studenti delle scuole pubbliche statali mostrano un continuo aumento rispetto al periodo emergenziale della pandemia, pur non raggiungendo ancora i livelli pre-Covid. Le denunce complessive sono state 68.354, con un incremento dell’11,9% rispetto al 2022 (61.108 casi) e del 70,7% rispetto al 2021 (40.032). L’aumento è omogeneo tra i generi: +11,2% per le studentesse e +12,3% per gli studenti, che rappresentano il 58,4% dei casi totali.
A livello territoriale, il Nord-Ovest registra il maggior numero di infortuni (24.088), seguito da Nord-Est (18.389), Centro (11.525), Sud (9.875) e Isole (4.477). Tuttavia, l’incremento più significativo è nelle Isole (+20,7%), seguite da Nord-Ovest e Nord-Est (+12,3%), Centro (+9,8%) e Sud (+8,7%). Per quanto riguarda le tipologie di lesioni, prevalgono lussazioni, distorsioni e distrazioni (34,9%), seguite da fratture (31,7%), contusioni (28,8%) e ferite (4,2%). Le lesioni coinvolgono principalmente gli arti superiori (50,1%), seguiti da arti inferiori (37,1%), testa (7,8%), torace e organi interni (3,2%), e colonna vertebrale (1,8%).
Ad intervenire sul tema anche il segretario generale della Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile:
“Di sicurezza a scuola si parla sempre troppo poco, finendo per confinarla ai margini dell’agenda politica, trattandola come una questione momentanea, da risolvere con misure temporanee. E mentre il Governo continua a stanziare i soliti finanziamenti spot e di breve periodo, i numeri evidenziano l’urgenza di interventi strutturali e duraturi nel tempo: da settembre 2023 ad oggi, si sono verificati 69 crolli in edifici scolastici”.
“Dei 40.000 edifici scolastici in Italia, solo il 50% ha il certificato di agibilità, mentre il 40% non ha il collaudo statico. Stiamo parlando di strutture in cui quasi 10 milioni di persone – tra studenti e personale – trascorrono quotidianamente il proprio tempo.
“Non solo – aggiunge il segretario – quasi la metà degli edifici scolastici è fatiscente, inadatta, pericolosa. E mentre i segnali di degrado sono evidenti e ripetuti – infiltrazioni, crepe, crolli – l’inerzia prevale. Non ci sono più scuse. Dal 2014 al 2017 sono stati investiti quasi 10 miliardi di euro per migliorare la sicurezza nelle scuole. Eppure, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il 23% delle scuole non è stato nemmeno progettato per uso scolastico, ma successivamente riadattato. Anche l’età degli stessi edifici indica che solo poco più di 1/3 di essi risale a dopo il 1980 mentre la restante parte risale al periodo 1946-1975. E solo il 3% degli edifici scolastici ha ricevuto interventi antisismici, nonostante oltre 17.000 scuole (tra sedi e plessi staccati) si trovino in zone ad alto rischio sismico”.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ricorda D’Aprile – ha destinato 3,9 miliardi per ristrutturare oltre 2.000 scuole, 1,19 miliardi per demolire e ricostruire 200 scuole con riqualificazione energetica e 300 milioni per creare 230.400 metri quadri di nuove strutture sportive. Tuttavia, i risultati dimostrano che finanziamenti sporadici e a breve termine non risolvono problemi strutturali che richiedono tempi lunghi e una progettazione adeguata”.
“È necessario affrontare il problema delle carenze infrastrutturali che coinvolge tutta la comunità educante. E’ un settore nel quale si intrecciano competenze diversificate. E’ ora di denunciare le inadempienze che possono avere conseguenze serie e concrete e pretendere un maggiore impegno per la sicurezza nelle scuole da parte di tutti attraverso interventi organici e strutturati nel tempo, conclude”.
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