L’Unione delle Province Italiane è sempre più contrariata per l’operato del Governo Letta. Dopo le forti critiche per il passaggio delle competenze dalle province ai comuni previsto dal ddl del governo, espresse anche dal Censis e dall’Anief, l’Upi torna alla carica. E stavolta lo fa per le poche risorse assegnate all’edilizia scolastica attraverso il decreto del fare. “Dei 150 milioni stanziati dal decreto del fare per l’edilizia scolastica – ha detto il presidente del consiglio direttivo dell’Upi, Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso – alle scuole superiori sono stati destinati solo 19,9 milioni in tutto. Questo vuol dire che per la sicurezza degli studenti delle scuole superiori, che sono il 30% della popolazione scolastica italiana, sono state destinate risorse per ristrutturare le scuole solo per il 13% del totale”.
Le parole di Muraro sono state espresse il 13 novembre, nel corso di in un’audizione in Commissione cultura della Camera dedicata all’edilizia scolastica. “Vorrei che fosse chiaro che con questo sistema non sono state penalizzate le Province: sono stati penalizzati – ha affermato il rappresentante delle Province – quel 30% di studenti. Questa grave ingiustizia non si può ripetere: per questo chiediamo che le decisioni per la suddivisione degli 850 milioni di euro previsti dal Governo per l’edilizia, siano assunte nei Cal Regionali, in modo da potere assicurare maggiore equità e garantire a tutti gli alunni gli interventi necessari per avere scuole sicure”.
Ai deputati il Presidente Muraro ha poi rimarcato la necessità di definire con chiarezza nella Legge di stabilità l’esclusione dal patto degli investimenti per le scuole. “Se non si prevede con chiarezza l’esclusione, nel 2014 potremo destinare solo il 6% delle entrate a questi interventi, e considerando che a questo limite concorrono anche i mutui già accesi, di fatto vuol dire azzerare completamente ogni possibilità di investimento”.
Muraro, infine, si è soffermato sul previsto spostamento della gestione degli oltre 5.000 edifici scolastici delle superiori dalle Province ai Comuni: “non solo provocherà un drastico aumento della spesa pubblica – sostiene il rappresentante Upi – , ma produrrà anche gravi inefficienze in un servizio che è essenziale per il Paese, e di certo annullerebbe qualunque possibilità di raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 sul risparmio energetico nelle scuole, oggi assicurati dalla gestione a rete delle Province”.