Depositato in Parlamento un disegno di legge per consentire ai dirigenti scolastici di intervenire nelle situazioni che mettono a rischio la sicurezza del personale e degli alunni.
Bisogna consentire ai dirigenti scolastici di “essere più sereni sulle scelte – assunte nella logica del buon padre di famiglia – che abbiano come obiettivo la messa in sicurezza degli studenti”: lo prevede un disegno di legge del PD che, secondo il presidente della Comissione Cultura del Senato Andrea Marcucci, potrebbe essere incardinato già nelle prossime settimane.
Nel concreto il provvedimento dovrebbe consentire ai ds di assumere decisioni in merito a un’eventuale evacuazione dell’edificio o ad una sospensione delle attività didattiche, senza essere condizionati dal timore di incorrere nei reati penali di procurato allarme e interruzione del servizio.
Il ddl, infatti, dovrebbe introdurre due commi al testo unico sulla sicurezza sul luogo di lavoro, escludendo l’applicazione di alcuni articoli del codice penale sulle decisioni prese del preside in caso di emergenza.
Diventerà quindi difficile, se non addirittura impossibile, aprire procedimenti penali ai sensi dell’articolo 658 del C.P. (procurato allarme presso l’autorità) o degli articoli 331-340 (interruzione di servizio pubblico).
Per la verità, però, va detto che molto spesso a trattenere i dirigenti scolastici dalla assunzione di provvedimenti drastici come la chiusura di un edificio non è tanto il timore dell’azione penale, quanto le ripercussioni a livello territoriale.
In realtà, quasi sempre, quando in una scuola vi sono problemi gravi dal punto di vista strutturale il dirigente riceve pressioni dagli enti locali obbligati per legge alla manutenzione dell’edificio, pressioni che potrebbero persino aumentare dopo l’approvazione della legge (oggi gli enti locali confidano sul fatto che i ds siano frenati dal rischio dell’azione penale e quindi le pressioni ci sono ma non sono pesantissime).
Dare più poteri ai ds su questa materia è certamente positivo, ma il problema principale resta quello dell’adeguamento degli edifici scolastici agli standard minimi di sicurezza. Adeguamento che necessiterebbe di tempi lunghissimi e di investimenti che, al momento attuale, sono del tutto incompatibili con i vincoli di finanza pubblica (secondo stime al ribasso per mettere a norma le scuole del Paese sarebbero necessari almeno 40miliardi di euro).