In Sicilia dai dati dell’assessorato regionale alla Pubblica istruzione emerge che il 56,2% degli edifici adibiti a funzioni scolastiche è privo di certificato di collaudo e che il 65,6% non è adeguato alle normative antisismiche. Il 45,8% risulta costruito tra il 1946 e il 1975.
Inoltre che solamente il 28,2% degli immobili è accatastato, mentre gli edifici senza una verifica sismica sono il 73,9% e quelli con collaudo statico sono solo il 44%.
A tal riguardo si ricorda il limite temporale del 12 dicembre 2018 imposto dal cosiddetto ‘decreto Milleproroghe’: entro cui dovranno essere sottoposti a verifica tutti gli immobili adibiti a uso scolastico situati nelle zone a rischio sismico 1 e 2. Si ricorda inoltre l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003.
Tale provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 – “Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale.
Zona 1 – E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti
Zona 2 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti
Zona 3 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari
Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa. I terremoti sono rari
Di fatto, sparisce il territorio “non classificato”, e viene introdotta la zona 4, nella quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica. Siamo arrivati alla fine del 2018 con l’auspicio, per la sicurezza degli studenti e degli operatori scolastici siciliani, dell’attuazione fattiva della verifica tutti gli edifici scolastici situati nelle zone a rischio sismico 1 e 2.
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