Chi ha almeno trenta o quarant’anni sa bene quanto sia radicata nella cultura popolare, non solo americana, l’immagine del liceale neo-patentato che “sgomma” davanti al liceo richiamando l’attenzione di amici e ragazze. Ebbene, quell’icona sembra sulla via del tramonto. Se non altro perché gli Stati d’America stanno sempre più incrementando le leggi per limitare l’uso della macchina ai minori ed in questo modo combattere l’alto numero di incidenti.
Si tratta di una svolta importante, perchè dall’altra parte dell’Oceano la patente di guida è da decenni una conquista da teenager, essendo generalmente rilasciabile a partire dai 15 anni (in alcuni Stati, come l’Arkansas e l’Iowa, si può guidare da praticante anche a 14). Ma la guida non è un gioco da ragazzi. E questo lo indicano chiaramente i numeri sull’altissima percentuale di giovani che sono sempre più spesso causa di incidenti, purtroppo non di rado mortali o invalidanti.
Gli incidenti stradali restano infatti la causa più frequente di morte tra i teenager, che oltre ad avere poca esperienza sono tra i più inclini a distrarsi alla guida, utilizzando telefoni cellulari e interagendo con gli altri passeggeri. Secondo recenti dati riportati dal New York Times il numero degli incidenti provocati dai minorenni è quattro volte superiore a quello che riguarda i guidatori più esperti. E i due terzi delle vittime sono passeggeri coetanei.
Generando, in quest’ultimo caso, anche un’impennata di costi per la società. Il dato non è sfuggito a diversi governatori: così in quindici stati, e nella città di Washington, i teenager al volante non possono già portare altri coetanei. E in quasi tutti gli Stati americani sta diventando proibito girare in macchina con più di un ragazzo. Nel South Carolina non possono guidare nella fascia serale e notturna (dopo le 18 in inverno e le 20 in estate), mentre in Idaho non sono autorizzati a circolare dal tramonto all’alba. In New Jersey, dove l’età per il conseguimento della patente è 17 anni, la più alta del Paese, i legislatori stanno alzando ulteriormente le misure di sicurezza, richiedendo ai teenager di rendersi riconoscibili, per eventuali controlli, con un bollino rosso sulla targa, e valutando di imporre corsi di aggiornamento ai genitori.
“Ho un figlio, per lui ho fatto tutto ciò che ho potuto – ha raccontato Pam Fisher, tra le promotrici delle nuove leggi in New Jersey e madre di un adolescente – non mi limiterò a lasciargli le chiavi della macchina“.