Per essere ottimisti e guardare al futuro con il sorriso, lasciandosi andare agli acquisti anche non necessariamente indispensabili, bisogna non aver speso troppo tempo sui libri. Il curioso dato emerge da uno studio dei consumi in Italia derivante dall’indagine di Findomestic Banca sul mese di settembre, quando la maggioranza degli italiani vedeva davanti a sé una situazione in crescente peggioramento per il quarto mese consecutivo dopo un periodo di moderato ottimismo.
Quasi otto italiani su dieci (il 77%), è la sintesi della indagine, non prevede un aumento degli acquisti di beni e servizi nei prossimi 12 mesi. La previsione media è in flessione ormai dal mese di aprile ed ha raggiunto il minimo storico dall’inizio della rilevazione (ottobre 2007). Dallo studio risulta anche che da giugno gli italiani hanno iniziato a risparmiare sugli acquisti quotidiani, trascurando i risparmi da investire. L’aumento dei cosiddetti costi incomprimibili come le utenze, i carburanti e i beni di prima necessità, hanno infatti eroso i loro risparmi. Di qui un cambiamento nelle abitudini di consumo per limitare le perdite. E le uniche spese che gli italiani sembrano concedersi, sempre comunque con la moderazione imposta dai tempi, sono quelle dedicate al tempo libero, quasi a evadere una realtà fatta di costi fissi in crescita.
Ebbene, le persone più pessimiste sembrerebbero davvero quelle dotate d’istruzione universitaria oppure che abitano nelle regioni centrali della penisola, mentre i più ottimisti abitano al Nord oppure hanno un titolo di studio che si ferma alla scuola dell’obbligo: a settembre, per la prima volta, questi ultimi dichiarano di essere meno insoddisfatti di chi ha un’istruzione superiore o universitaria. Insomma, per un ragazzo che vive al Settentrione, dove il tasso di abbandono della scuola attorno ai sedici anni rimane decisamente più alto che in Europa (soprattutto in alcune zone), lasciare i libri per andare a lavorare in fabbrica può rappresentare una svolta non solo pratica, ma anche psicologica viste le ripercussioni positive (almeno stando alla ricerca Findomestic Banca) che può avere questa scelta sul resto della vita.
Complessivamente, però, circa il 66% circa degli intervistati ritiene che non riuscirà ad aumentare la propria propensione al risparmio nei prossimi dodici mesi. L’attenzione al tenore di vita resta comunque alta: il 30% degli italiani infatti non vuole rinunciare alle spese per il tempo libero, (viaggi e vacanze 23,5%, bricolage 17,1%) anche se queste spese in settembre sono in diminuzione rispetto ai mesi precedenti. Ciò è vero soprattutto per viaggi e vacanze che vengono per la prima volta superati da attrezzature e abbigliamento sportivi. Il settore dove si registra il calo è quello di elettrodomestici, tv, hi-fi, video, mobili, motocicli e scooter, accanto al settore immobiliare. Flette in modo decisamente sensibile la voglia di acquistare auto, sia nuove che usate. Tengono, invece, gli acquisti di notebook e di cellulari.