La sigaretta elettronica spopolerebbe tra i giovanissimi: in 4 casi su 100 già alle elementari. Lo rivela la Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) sulla base di dati forniti dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Di maggio scorso il sondaggio dell’Iss secondo cui il 43,4% dei ragazzi ha provato le sigarette elettroniche alle scuole medie e il 4,1% lo ha fatto già alle elementari.
Un dato che non stupisce, alla luce del fatto che i brand lavorano a migliorare la percezione delle cosiddette e-cigs, vissute come meno dannose delle sigarette tradizionali, oltre che di buon gusto, viste le aromatizzazioni.
Peraltro, Massimo Landi, vicepresidente della Simri, spiega che ulteriori rischi provengono proprio dalle sostanze diverse dal tabacco che i nuovi pod-mod sono in grado di fare “svapare” con “danni immediati da fumo elettronico a livello delle vie respiratorie, come la suscettibilità all’asma e alla bronchiolite obliterante”.
Uno studio condotto su 170 mila studenti italiani tra i 15 e 19 anni mostra che la prevalenza di chi ha fumato tabacco almeno una volta nella vita si è ridotta tra il 2012 e il 2018, mentre è balzata dal 32,9% al 52% la quota di chi ha utilizzato almeno una volta una e-cig. L’aggravante è che prima si inizia, più è difficile smettere.
E, soprattutto, “i ragazzi che hanno provato almeno una volta le sigarette elettroniche, hanno un rischio 3-4 volte maggiore di iniziare a fumare quelle tradizionali”, conclude Maria Elisa Di Cicco, consigliera della Simri.
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