A Silvia Chimienti, deputata del M5S, abbiamo posto alcune domande per capire meglio la posizione del M5S sul disegno di legge sulla scuola
Domanda
L’art. 7 comma 4 del ddl scuola prevede di fatto la chiamata diretta dei docenti da parte dirigenti scolastici, non crede anche lei che questa norma porterà forme di corruzione, clientelismo e nepotismo all’interno delle scuole?
Silvia Chimienti
Assolutamente sì, il rischio è proprio questo: clientelismo, raccomandazioni e sudditanza psicologica dei docenti. La stessa libertà di insegnamento, che è un diritto costituzionale, verrà messa in discussione perché i docenti faranno tutto il possibile per entrare nelle grazie del preside, per essere riconfermati nel triennio successivo e per ottenere il premio economico. È evidente che si tratta di un modello aziendalistico che nella scuola non può funzionare.
Domanda
Quali sono le strategie politiche del M5S per contrastare il ddl scuola, definito dalla Gilda insegnanti un vero e proprio “mostro giuridico”?
Silvia Chimienti
Noi chiederemo, fin da martedì della prossima settimana, lo stralcio della parte riguardante le assunzioni dal provvedimento perché vogliamo che il Parlamento abbia il tempo e la serenità necessaria per discutere il disegno di legge, senza le corse folli a cui la maggioranza ci sta costringendo. Le assunzioni vanno fatte tramite un altro provvedimento, separato dal resto, con tempi più brevi e certi.
Detto questo, cercheremo di emendare il testo che, così com’è, è vago, caotico, irrazionale, pieno di contraddizioni e inaccettabile per il modello di scuola che propone.
In particolare tenteremo di eliminare la chiamata diretta dagli albi territoriali e lo stravolgimento dello status giuridico dei docenti che d’ora in poi vivranno una perenne precarietà esistenziale e professionale: saranno obbligati alla mobilità, alla riconferma ogni tre anni da parte del dirigente e a mettere “in vetrina” il proprio curriculum professionale, per rendersi il più possibile appetibili sul mercato. Competizione , competizione e ancora competizione. Anche tra gli studenti: si parla di valorizzare i più meritevoli (tutti avranno il loro curriculum on line) ma non si fa cenno al sostegno, al recupero e alla valorizzazione dei talenti degli studenti più svantaggiati. Una scuola inclusiva dovrebbe partire dai più deboli, dando loro la possibilità di inserirsi a pieno titolo nella società futura, cogliendo e sviluppando i talenti di tutti gli allievi, disincentivando la competizione tra studenti della scuola dell’obbligo ma, contrario, favorendo l’aiuto reciproco e la solidarietà.
Domanda
Secondo lei le norme che Renzi sta facendo approvare per la scuola dei prossimi vent’anni garantiscono il diritto allo studio dei nostri studenti o c’è il rischio di creare una scuola privatizzata volta ad escludere piuttosto che includere?
Silvia Chimienti
Proprio così: ci sarà competizione tra docenti, competizione tra studenti, competizione tra scuole e tra territori per accaparrarsi i finanziamenti dei privati visto che le risorse statali nel progetto del PD sono destinante a essere sempre più ridotte. Si creeranno così inevitabilmente scuole di serie A e scuole di serie B, scuole che avranno più risorse a disposizione per attività e progetti e scuole che garantiranno solo i servizi minimi.
Domanda
Concorda con me che stiamo andando verso una scuola del meretricio anziché del merito?
Silvia Chimienti
È proprio così. Il PD di Renzi sta distruggendo l’istruzione pubblica e lo sta facendo subdolamente e il tutta fretta, sotto il ricatto delle assunzioni dei precari. Così come ha distrutto lo statuto dei lavoratori, sotto il ricatto della flessibilità e della maggiore occupabilità. È un’ideologia iper-liberista fallimentare: non è facendo carta straccia dei diritti dei lavoratori che si crea occupazione, non è privatizzando la scuola che si otterranno alunni più preparati, migliori risultati nei test internazionali, un tasso minore di dispersione scolastica. Il PD ha mutuato il programma elettorale da Berlusconi e lo ha inserito in questo disegno di legge. Faremo di tutto per bloccarlo.
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