Stando ai dati di una web survey su 1800 studenti in procinto di sostenere gli esami di Stato molti non avrebbero completato le simulazioni previste.
Se complessivamente il 90% si è esercitato almeno una volta a scuola sulla terza prova, i numeri scendono per gli altri scritti e il colloquio. Per il 22% (circa 1 su 4), quello con la seconda prova sarà un appuntamento al buio, e 3 studenti su 4 si presenteranno di fronte alla commissione senza sapere bene cosa li aspetta.
Nel dettaglio, emerge che il 17% non ha mai scritto – con la guida dei professori, in classe – un tema d’Italiano sulla falsariga di quelli proposti all’esame, mentre quasi un terzo (29%) ne ha fatto solo uno e il 54% ha ripetuto la simulazione di prima prova più volte.
Tuttavia è la terza prova quella più testata: tre quarti degli studenti (74%) si sono cimentati con il quizzone, provandolo diverse volte; un altro 16% si è esercitato in un’occasione soltanto; una netta minoranza, quindi, non ha avuto questa possibilità.
Simulazioni di terza prova che, per molti ragazzi, sono state utili a capire come funziona lo scritto più indecifrabile di tutti: la pensa così il 71% dei maturandi intervistati.
L’esatto contrario di quanto avvenuto per l’orale: dei pochissimi (25%) che hanno simulato un colloquio d’esame, circa la metà lo ha fatto una volta sola. Utile? Insomma: tra chi ci ha provato, il 39% ritiene che, senza commissari esterni, non sia la stessa cosa. Anche se ha aiutato molti a capire come gestire l’ansia (23%) e come impostare la propria tesina (25%).
Tuttavia, il vero problema è rappresentato dalle seconde prove: se il 22% non ha svolto simulazioni, il 37% ne ha sostenuta solo una. Solo per un più fortunato 41% si è trattato di un numero maggiore. Tra l’altro, chi ne ha svolte, non sempre si è trovato davanti un compito con le stesse caratteristiche (sia di struttura che di durata) di quello che dovrà affrontare tra poche settimane: nel 28% dei casi la simulazione si è svolta in versione ‘ridotta’.
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I più colpiti i ragazzi dei licei scientifici, per loro il vero nemico è il tempo: per la metà (48%) di loro, i prof hanno atteso che il Miur comunicasse la materia protagonista prima di procedere con le simulazioni.
La scelta ministeriale di matematica per il secondo scritto ha influenzato non poco, infatti, la preparazione: per gran parte (78%) dei ragazzi dello scientifico, dopo il 30 gennaio le esercitazioni hanno riguardato esclusivamente questa materia. Prima della comunicazione ministeriale, stando alle risposte degli intervistati, i compiti ispirati alla prova d’esame trattavano equamente sia matematica che fisica.
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