Per martedì 15 è previsto un tentativo estremo dei sindacati confederali di ottenere qualche modifica alla legge di stabilità.
Nella mattinata del 15 dicembre Cgil, Cisl e Uil protesteranno davanti a Montecitorio anche se ormai la legge di stabilità à arrivata quasi al capolinea.
Difficile che il Governo cambi direzione in materia di contratti pubblici soprattutto dopo le dichiarazioni di qualche ore fa del ministro Madia che ha spiegato che senza un aumento del PIL per i dipendenti statali potranno esserci solo pochi spiccioli.
D’altra parte nel comparto scuola i problemi sono gravi e il tema del rinnovo dei contratti non è neppure il più urgente: decine di migliaia di supplenti sono ancora senza stipendio dal mese di settembre e non si sa neppure se vedranno un acconto prima delle festività natalizie.
C’è da chiedersi come possono riuscire i sindacati ad ottenere soldi per i contratti se non riescono neppure a far pagare regolarmente gli stipendi del personale che ha meno protezioni di tutti.
E pensare che per dare ai supplenti ciò che è dovuto per contratto, per buon senso e forse anche per garantire un minimo di decenza basterebbe una somma tutto sommato modesta (2-300 milioni di euro potrebbero bastare per garantire il pagamento di quanto dovuto).
La manifestazione del 15 arriva comunque ampiamente in ritardo e fa pensare che i sindacati rappresentativi del comparto scuola abbiano ormai deciso di deporre le armi e di rimandare il programma “un Vietnam in ogni scuola” a tempi migliori.
Tutto questo mentre le scuole si stanno ormai avviando ad attuare diverse misure previste dalla legge 107, dalla costituzione dei comitati di valutazione fino al utilizzo di quell’organico potenziato che si sta rivelando giorno dopo giorno una autentica beffa e un impegno organizzativo di non facile gestione.