La notizia che avevamo fornito in anteprima nella tarda serata del 17 aprile è ormai ampiamente confermata: per il 5 maggio i sindacati rappresentativi hanno proclamato lo sciopero di tutto il comparto scuola. Obiettivo: contrastare il ddl sulla scuola e possibilmente ottenerne il blocco.
Tutti d’accordo, almeno apparentemente, ma in realtà le polemiche non mancano.
I Cobas si dicono soddisfatti anche per essere riusciti in qualche modo a far convergere gli altri sindacati su una data che essi stessi avevano già individuato da molto tempo e che coincide con la somministrazione dei test Invalsi nella primaria.
Ma Piero Bernocchi, portavoce nazionale, aggiunge: “Dopo i COBAS, anche gli altri sindacati convocano lo sciopero generale della scuola, ma rinunciando agli studenti e alla manifestazione nazionale voluta da tutti/e. Perché il 5 maggio e non il 12, richiesto a gran voce dal popolo della scuola pubblica? Perché il NO alla manifestazione nazionale che può far cancellare l’ignobile Ddl Renzi?”
In effetti fino a 24 ore fa la data dello sciopero era ancora incerta, soprattutto perchè pareva che Cgil e FGU-Gilda potessero accettare la data del 12. Ma l’assoluta indisponibilità degli altri sindacati ha di fatto costretto tutti a trovare un accordo.
Accordo che non piace neppure a Unicobas, Anief e USB che confermano la propria data del 24 aprile, data che, di fatto, darebbe il via a quasi 3 settimane di proteste, dal momento che i Cobas sciopereranno anche il 6 maggio e il 12 (ma solo nella scuola secondaria).
E con l’ipotesi ventilata dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso di arrivare persino ad uno sciopero generale.
Adesso però bisogna vedere cosa farà il Governo. Giannini ha detto che si aspetta che il Parlamento corregga in meglio il ddl e questo fa pensare che il PD sia già pronto con un pacchetto di emendamenti che si conosceranno nella mattinata di lunedì 20.
Il dubbio che una eventuale “offerta” del Governo di modificare qualche punto del ddl possa servire a convincere i sindacati a tornare sulle proprie decisioni è più che legittimo, anche se, soprattutto per la FLC, revocare lo sciopero non sarà per nulla semplice.
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