Come era facilmente prevedibile, e come la nostra testata ha già scritto in precedenza, i rapporti fra la Ministra Azzolina e le organizzazioni sindacali della scuola si stanno deteriorando.
La vicenda dei concorsi sta pesando molto, forse persino al di là delle stesse previsioni del Ministero.
Particolarmente pesanti sono le ultime dichiarazioni di Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc-Cgil che parla senza mezzi termini di “spot elettorali sulla pelle dei precari” e spiega: “Il concorso straordinario per 24 mila posti, riservato a chi ha già insegnato per almeno tre anni, con procedure semplificate, è un modo per risarcire i docenti precari per l’impegno profuso in anni di lavoro e una tutela del diritto negato alla stabilizzazione, non un regalo o una sanatoria”.
“Il concorso ordinario per altri 25mila posti – aggiunge – non sarà sufficiente a coprire tutte le cattedre e dunque, non rappresenta la soluzione definitiva per la continuità didattica. Il prossimo anno scolastico avremo almeno 120mila supplenti che continueranno ad essere utilizzati per far funzionare le scuole e in questo caso, stranamente, nessuno pone la questione del merito”.
“Infine – afferma sempre Sinopoli – resta infine intatto il nodo della formazione dei docenti precari in cattedra e della loro abilitazione e su questo si è arenata la trattativa al ministero. I percorsi abilitanti, a differenza del concorso, possono davvero incidere positivamente sulla formazione docente e quindi sulla qualità della scuola”.
“Quindi – conclude il segretario nazionale – parlare di merito a proposito del quiz è davvero fuorviante. La scelta dei quesiti a risposta multipla è stata fortemente sostenuta proprio dal Miur, che puntava ad una procedura estremamente veloce per coprire le cattedre vuote. La ministra, che ha seguito la trattativa come sottosegretaria, ne conosce benissimo gli aspetti, proprio per questo è davvero fuori luogo che si presti a rappresentare il quiz come la misura del merito di insegnanti che lavorano da anni e con serietà nella scuola”.
Pino Turi, segretario nazionale di Uil-Scuola, coglie l’occasione per parlare della sentenza del Consiglio di Stato resa nota proprio in queste ore.
Sentenza con la quale, afferma Turi, viene dichiarata “la legittimità dei bandi di concorso riservati ai docenti in possesso di abilitazione o già inseriti nelle graduatorie al fine di superare la carenza di personale e contrastare il precariato”.
“La decisione – sottolinea il segretario nazionale Uil Scuola – è di notevole importanza, in quanto riconosce la possibilità di bandire concorsi riservati, caratterizzati da ‘marcati connotati di specialità, da una procedura snella di verifica’, le cui modalità di svolgimento siano idonee a facilitare la stabilizzazione del personale precario. Tale superiore esigenza di lotta al precariato legittima dunque ‘una normativa ad hoc, giustificata da particolari e non irrazionali esigenze pubblicistiche (eliminazione del precariato)'”.
“Si tratta – osserva ancora Turi – di una sentenza che riconduce ad un preciso quadro giuridico di riferimento e rileva l’inconsistenza della posizione politica assunta dal Miur che è strumentale. Alla base delle scelte che si vorrebbero far passare come finta meritocrazia ci sono ragioni di visibilità politica. Scelte fatte sulle spalle dei lavoratori che dovrebbero essere rappresentati, e non utilizzati, dalla politica”.
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