Mentre i sindacati confederali sono seduti al tavolo di confronto voluto dal ministro Renato Brunetta per mettere mano alla riforma del pubblico impiego, il sindacalismo di base è già al lavoro per organizzare uno sciopero generale per il prossimo autunno.
La decisione è stata presa qualche settimana fa nel corso di un incontro nazionale delle RSU ddi CUB, Cobas e SdL intercategoriale; in attesa dell’autunno, intanto, per il prossimo 20 giugno è già in programma una giornata di mobilitazione con manifestazioni e presìdi in tutte le regioni italiane.
Gli obiettivi della protesta sono ambiziosi e coinvolgono in varia misura anche la scuola: si va dalla richiesta di “forti aumenti generalizzati” (almeno 3.000 euro all’anno) alla rivendicazione di meccanismi automatici di adeguamento salariale legato agli aumenti dei prezzi (in pratica la reintroduzione della vecchia “scala mobile”).
Ma i sindacati di base chiedono anche di rafforzare il ruolo del contratto nazionale “come strumento di redistribuzione del reddito” e protestano contro la detassazione degli straordinari proposta da governo. Fra le parole d’ordine del documento diffuso dai sindacati di base non potevano mancare la lotta al precariato e la rivendicazione della continuità del reddito.
La protesta riguarda però anche i sindacati confederali nettamente contrari a rivedere le regole sulla rappresentanza sindacale sui luoghi di lavoro: è da anni, per esempio, che i Cobas della scuola rivendicano una diversa modalità di voto per le rappresentanze sindacali (doppia scheda: una per le RSU di istituto e una per il livello nazionale) oltre che la possibilità di convocare assemblee dei lavoratori anche nelle scuole dove non sono presenti proprie RSU.
Un’altra “battaglia” che il sindacalismo di base intende sostenere con forza riguarda il riconoscimento di tutta l’anzianità pregressa del personale ATA che è transitato dagli Enti Locali allo Stato: su questo punto Cobas, Cub e SdL possono contare ora persino sull’interessamento della Lega Nord che, attraverso tre propri deputati, ha presentato nei giorni scorsi una interrogazione parlamentare alla quale il Ministro Gelmini dovrebbe rispondere in Commissione Istruzione il prossimo 19 giugno.
Senza dimenticare la richiesta, peraltro avvalorata da un recente pronuncia dell’Unione Europea, di riconoscere l’anzianità di servizio non solo al personale di ruolo ma anche ai docenti e agli ATA assunti con contratto a tempo determinato.
La piattaforma dei sindacati di base, insomma, è ampia e articolata e non è da escludere che almeno le richieste meno “costose” possano in qualche misura essere accolte.