L’azione unitaria dei sindacati maggiormente rappresentativi con i sindacati di base è durata davvero poco ed è bastato un incontro proposto dal Governo per far riemergere contrasti e contraddizioni che durano da tempo e che probabilmente stanno quasi nel DNA delle diverse organizzazioni.
Strategie diverse
La firma dell’intesa fra il Governo e i 5 sindacati principali ha messo in luce le diverse strategie. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno subito sospeso lo sciopero mentre altrettanto tempestivamente Cobas, Unicobas, Anief e CUB lo hanno confermato.
E le accuse si sprecano
“Particolarmente clamorosa – scrivono i Cobas in un loro comunicato – è stata l’accettazione da parte dei Cinque delle promesse sul punto fondamentale dello sciopero, la regionalizzazione. Il governo ha scritto che verrà rispettata la Costituzione (e vorremmo vedere) in quanto ‘si impegna a salvaguardare l’unità e l’identità del sistema nazionale di istruzione garantendo lo status giuridico di tutto il personale regolato dal CCNL’. Ossia, l’ovvio, mentre le ulteriori aggiunte per ‘garantire la tutela dell’unitarietà degli ordinamenti statali e dei curriculi…e il sistema di reclutamento’, non impegnano seriamente il governo: ‘unitarietà’ non significa ‘unità’ ma al massimo alcune regole comuni generali e poi differenze significative su tutto il resto”.
“Fuffa totale – aggiungono i Cobas – è anche il punto sulla vicenda contrattuale e salariale. Infatti il governo si limita solo ad un generico impegno ‘per reperire risorse in occasione della legge di bilancio 2020’: promessa ridicola, non suffragata nè da cifre nè da dati credibili”.
Unicobas: il tavolo unitario non ha più senso
Nella giornata del 2 maggio era anche in programma un incontro del tavolo unitario che si era costituito tempo addietro, incontro che però è stato disertato dai sindacati di base.
Per parte loro i 5 sindacati firmatari dell’intesa, stanno proponendo ancora nelle scuole e nelle assemblee un documento unitario sulla regionalizzazione e sugli altri temi della protesta, ma ora Unicobas prende le distanze: “Ci teniamo a sottolineare che la raccolta delle firme sul documento condiviso per noi è chiusa, e non sarebbe corretto che quel documento, realizzato in ben altra situazione rispetto all’attuale e soprattutto con la conclamata prospettiva di uno sciopero comune, venisse utilizzato per continuare oggi quella raccolta come se non fosse accaduto nulla”.
“Pare del tutto evidente – prosegue il segretario nazionale Stefano d’Errico – che, essendosi diviso il percorso, chi segue una strada non può utilizzare le firme di chi ne segue un’altra, tantomeno il testo a suo tempo condiviso se le direzioni sono oggi diverse”.
A questo punto i sindacati di base non solo confermano lo sciopero del 17 maggio ma annunciano anche che, nella stessa giornata, si svolgerà a Roma, a Montecitorio, una manifestazione nazionale di fronte al Parlamento. Due manifestazioni si terranno anche a Bologna e a Napoli.
Lunedì 6 i sindacati rappresentativi del comparto incontreranno il Ministro per affrontare la questione del precariato e delle assunzioni e si capirà se le offerte del Governo saranno tali da soddisfare i sindacati o se, al contrario, indurranno anche confederali, Snals e Gilda a sciogliere ogni riserva a confermare lo sciopero generale di tutta la scuola.