Nella giornata del 7 maggio, mentre i vertici del PD “audivano” i sindacati, una delegazione della Commissione Cultura della Camera incontrava le 32 associazioni dell’appello “La Scuola che cambia il Paese”.
Va detto che delle 32 associazioni fanno parte anche Cgil, Cisl e Uil ed i rispettivi sindacati del comparto scuola.
Al termine dell’incontro le associazioni hanno diramato un comunicato che mostra apprezzamento per le aperture fatte dai componenti della Commissione.
“Ma non bastano incontri tardivi e piccoli aggiustamenti per raccogliere la forte spinta al cambiamento lanciata dalle piazze del 5 maggio – si legge nel comunicato – per cambiare davvero la riforma è necessario modificare radicalmente i punti fondamentali del provvedimento”
Punti che, secondo i firmatari dell’appello, riguardano in sostanza la figura del dirigente scolastico, le assunzioni e l’organico funzionale, le risorse finanziarie, il tema dell’apprendimento permanente, la valorizzazione del lavoro di docenti e Ata, la questione delle deleghe previste dall’articolo 21 del ddl.
La dichiarazione finale delle associazioni e dei sindacati che hanno incontrato la Commissione Cultura appare un po’ in contrasto con il comunicato unitario del 5 sindacati rappresentativi che parlano invece di irresponsabilità del Governo.
Va anche rilevato che i sindacati parlano di una mobilitazione che “continuerà fino a coinvolgere le attività di scrutinio finale”, anche se – per ora – non si comprende bene cosa nel concreto questa affermazione voglia dire.
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