Sindacati e Miur diano voce alla vera buona scuola

CS nastrini rossi: i sindacati e il Miur diano voce alla vera buona scuola 
La nuova “questione meridionale” scatenata dalla riforma della “buona scuola” che coinvolge le professioniste di 45 anni del Mezzogiorno sta per concretizzarsi.

Con il solo 30% riservato alla mobilità interprovinciale, in pochissimi potranno ricongiungersi coi propri cari e, per i nastrini rossi, sarà di nuovo “deportazione”.
I posti messi a disposizione continuano a non essere sufficienti per i 30 mila docenti che hanno scelto nel 2015 di affidarsi allo stato aderendo al piano assunzionale straordinario. Perché i 52mila posti continuano ad essere fumo negli occhi dato che ancora una volta, per la gran parte, sono dislocati al nord Italia. Mentre si continua ad ignorare che gli alunni sono anche presenti al Mezzogiorno e hanno gli stessi diritti dei ragazzi del Nord anche quando si parla di continuità didattica, concetto tanto caro ai nostri governanti.
Ultima chance per i nastri rossi, per cercare di ridare, anche se solo per un anno il maltolto, restano ancora una volta le assegnazioni provvisorie. Contratto di cui si discuterà martedì prossimo. La parità di diritti coi docenti assunti prima e dopo il 2015 deve essere garantita semplicemente per osservanza dei diritti costituzionali che accomunano tutte le lavoratrici ed i lavoratori, come quello alla parità di opportunità, alla famiglia (anche quella costituita dai due soli coniugi) ad anche al diritto all’equità salariale, difficile da garantire se si è costretti con uno stipendio di poco oltre la soglia di povertà, 1200 euro al mese, con spese raddoppiate per mantenere la famiglia al Sud e vivere al Nord, nonostante i posti a tempo determinato siano continuamente presenti anche al Sud e siano spesso occupati da colleghi che non hanno alcuna abilitazione all’insegnamento.
Per questo i nastrini rossi, attraverso un documento dettagliato, lanciano un appello a tutte le sigle sindacali perché ancora una volta si sentono  discriminati. È giunto il momento di sanare le assurdità di questa legge che costringe a scegliere tra lavoro e famiglia.
I nastrini rossi chiedono assegnazioni provvisorie interprovinciali per tutti sia per i docenti con il titolo del sostegno che per coloro che non ne sono in possesso e la possibilità di chiedere una seconda provincia, in coda, qualora la provincia in cui si risieda sia satura.
Proposte ragionevoli che non potranno che essere accolte per chi ha a cuore le sorti della vera buona scuola e delle famiglie, anche quelle del Sud.

 

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