Dopo tre anni e mezzo si sono quindi tornate ad incontrare le segreterie di Cgil, Cisl e Uil. L’occasione è stata l’approvazione della “detestata” riforma della scuola, ma dall’incontro, avvenuto il 14 luglio a Roma, sembrerebbe essere scaturito un patto unitario che va oltre il comparto dell’Istruzione pubblica. Anche se su non pochi punti l’intesa è ancora lontana dal compiersi.
L’incontro, scrive l’Ansa, si è svolto in “uno spazio comune voluto con forza da Barbagallo, che, fin dal suo insediamento, ha dedicato una location nella sede Uil proprio a questo tipo di riunioni, nella speranza che l’attività sindacale ritrovasse compattezza. Il capitolo più delicato da affrontare era quello dei contratti”.
Sono diversi i punti critici affrontati, nel corso di una riunione fiume, durante oltre 5 ore, durante la quale tutti e 24 i segretari, con le conclusioni affidate ai tre leader. Il primo nodo da sciogliere non poteva non essere quello dell’innalzamento eccessivo dell’asticella per accedere alle pensioni, voluto dal duo Monti-Fornero: la “triade” ha quindi chiesto un incontro al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per affrontare il tema della flessibilità nel passaggio dal lavoro alla pensione, in modo da anticipare le uscite senza grandi penalizzazioni sugli assegni. ”E’ il momento che il ministro Poletti ci convochi”, ha detto la leader Cisl, Annamaria Furlan. Sulle pensioni “chiediamo la convocazione di un tavolo perché “non si può continuare con proposte spot. Da tempo chiediamo al Governo di incontrarlo – ha spiegato Susanna Camusso, a capo della Cgil – ma ci sono rinvii. Alla ripresa eserciteremo maggiore pressing, con le modalità che decideremo, affinché la discussione si apra”.
L’incontro della “triade” sindacale, è servito a ribadire che la partita dei rinnovi contrattuali non è allungabile, come vorrebbe forse il Governo, a tempi migliori. ”Se Confindustria ha intenzione di bloccare la stagione contrattuale se lo dimentichi”, ha tagliato corto ancora la Camusso. “Siamo per portare a casa i contratti aperti in questa stagione – ha spiegato il segretario Uil, Carmelo Barbagallo – ma dobbiamo approfondire le vicende sul modello contrattuale, dove ci sono posizioni ancora da dover sintetizzare”. Sul modello da chiedere, quindi, Cgil, Cisl e Uil non sembrano ancora avere le idee comuni.
E’ un tema su cui preme la Cisl. Sul modello contrattuale – spiega Furlan – “non esiste una posizione unitaria, ma c’è la volontà di continuare il confronto”. “Importante – aggiunge – è il rinnovo dei contratti” dei singoli comparti, ma “il sindacato deve essere protagonista nella proposta sul cambio di modello”.
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Sul tema che continua a dividere i sindacato, spiega Askanews, Camusso ha aggiunto che “abbiamo discusso di tante cose e non solo di modello contrattuale. Abbiamo confermato che le piattaforme in essere devono avere regolare svolgimento per i rinnovi dei contratti nel privato e nel pubblico. La discussione tra noi continuerà, ma non interferirà sulla stagione dei rinnovi. Abbiamo opinioni diverse. Continua un cantiere aperto tra noi che produrrà delle proposte quando ci sarà una sintesi unitaria”.
Le variabili in gioco sono tante, dal valore della contrattazione aziendale al parametro di riferimenti a cui agganciare gli incrementi (inflazione, produttività). In tutto ciò c’è anche da sbrogliare la matassa della rappresentanza sindacale, su cui l’intesa è stata già fatta e sottoscritta ma ora deve essere applicata e i nodi da sciogliere sono ancora diversi.
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