La battaglia contro la legge 107 non sarà al centro dello sciopero del 20 maggio, i cui motivi saranno spiegati e illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma per il prossimo 11 maggio.
Per intanto Flc-Cgil, Cisl-scuola, Uil-scuola e Snals fanno un primo elenco complessivo delle ragioni della protesta.
“Comune a tutto il personale del comparto è la richiesta di vedere rinnovato un contratto fermo da parecchi anni e per tutti si rivendicano percorsi di valorizzazione professionale e una sburocratizzazione del lavoro”.
I sindacati rivendicano anche “la stabilizzazione dei tanti precari cui né il piano straordinario di assunzioni né le procedure concorsuali in atto hanno dato risposta”.
Molto più sfumata è la posizione sulla legge 107 sulla quale bisogna tenere insieme punti di vista e percorsi molto diversi (Flc-Cgil, come si sa, sta sostenendo il referendum abrogativo, Uil-scuola è d’accordo in parte con la Flc, mentre la Cisl appare molto più moderata).
Alla resa dei conti i 4 sindacati riescono a trovare un accordo sulla formula da usare: criteri trasparenti e oggettivi definiti contrattualmente per l’assegnazione dei docenti alle scuole, gestione partecipata e contrattata delle procedure di valorizzazione professionale, rifiuto della gestione verticistica del cosiddetto bonus.
“Tutto ciò – sottolineano i 4 sindacati – in continuità con le azioni fin qui svolte per rimediare agli aspetti più dannosi della legge 107″: una formula lontana anni luce dal “contrasto alla 107 senza se e senza ma” e dall’ “un Vietnam in ogni scuola” che non si sa fino a che punto sarà “digerita” dalla mondo della scuola e soprattutto dalla base più “calda” della Flc-Cgil che – a questo punto – potrebbe decidere di convergere sullo sciopero del 12 proclamato da Cobas, Unicobas, Gilda e altri sindacati di base.
Ma ci sono ancora due questioni che i sindacati vogliono porre al Governo: quelle del personale ATA (si chiede l’organico funzionale di istituto e la cancellazione delle disposizioni che impediscono di sostituire gli assenti) e dei dirigenti scolastici (riallineamento retributivo rispetto al resto della dirigenza pubblica, cessazione del sistematico ricorso alle reggenze ed eliminazione di responsabilità improprie).
Una piattaforma ampia e articolata che potrebbe però non accontentare quella parte del mondo della scuola che considera la cancellazione della legge 107 come “la madre di tutte le battaglie”.
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