In un comunicato congiunto le organizzazioni sindacali FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams spiegano i motivi della manifestazione di oggi a Roma, indetta dal comitato “Priorità alla scuola”, in piazza del Popolo, insieme ad altre espressioni associative delle famiglie e del mondo scolastico.
In modo particolare i sindacati non ci stanno ad essere messi da parte, coinvolti quando era necessario affrontare l’emergenza Covid con i protocolli sulla sicurezza e inascoltati quando c’è da decidere come spendere le risorse del Recovery Fund.
Su questo chiedono che si apra da subito una fase di intenso confronto con l’Amministrazione e il Governo, mentre sollecitano l’avvio dei negoziati per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2018. È sulla base di ciò che saranno valutate le ulteriori mobilitazioni sindacali.
“E’ necessario che il Governo discuta con le parti sociali – ha affermato da Napoli il segretario generale della Cgil – a partire dalle organizzazioni sindacali, su come si spendono i soldi europei e su come si cambia il nostro modello di sviluppo, facendo quelle riforme che da anni attendiamo e che oggi pensiamo ci siano le condizioni per poter fare”. “Ripartire dal lavoro vuol dire ripartire dai diritti, dalla qualità del lavoro, dalla lotta alla precarietà”.
“Da tanto – ha detto a Milano la leader Cisl- aspettiamo la convocazione del presidente del Consiglio che continua a non arrivare. Glielo abbiamo detto a luglio durante la manifestazione nazionale a Roma, glielo diremo di nuovo oggi in tutte le piazze capoluogo delle regioni d’Italia. Nessun euro dei 209 miliardi del Recovery Fund deve essere sprecato. Tutto deve andare alla crescita, al lavoro, al benessere dei cittadini e all’insegna della coesione sociale”.
Indispensabile poi rinnovare i contratti, nel pubblico come nel privato, detassando gli aumenti. Più di 10 milioni di lavoratori e lavoratrici attendono il rinnovo e non si può più aspettare, anche per rilanciare i consumi interni.
Queste, insieme alla necessità che si completino nel più breve tempo possibile le nomine del personale docente e ATA – con le dovute garanzie di legittimità e riconoscimento di diritti lavorativi e sindacali – al fine di permettere un funzionamento a pieno regime delle scuole.
Fare di istruzione e formazione temi centrali nelle scelte di investimento; rinsaldare l’alleanza tra scuola e società, riconoscere al lavoro nella scuola dignità e giusto valore, anche al fine di rendere più attrattiva la professione del docente, garantire su tutto il territorio nazionale edifici scolastici sicuri e adeguati a una didattica innovativa, rimuovere alla radice le cause di un divario digitale legato a insufficienze nella dotazione di dispositivi e nella rete di connessione, supportare efficacemente le istituzioni scolastiche sotto il profilo dei presìdi igienico sanitari per consentire uno svolgimento in sicurezza delle attività didattiche, evitando il rischio di nuove chiusure.
Mentre Governo e Parlamento si apprestano a compiere scelte importanti da cui dipendono le prospettive di rilancio della crescita del Paese, diventa più che mai urgente intervenire sui tanti nodi che attanagliano da anni la scuola italiana, resi ancor più evidenti e intricati dall’emergenza pandemica.
Nodi che restano purtroppo irrisolti in avvio del nuovo anno scolastico, essendosi rivelata del tutto insufficiente l’azione di governo, contrassegnata da incertezze e ritardi anche nella finalizzazione delle risorse stanziate per rafforzare le dotazioni organiche, insieme a una gestione del reclutamento segnata da limiti e contraddizioni evidenti, con grave pregiudizio della stabilità del lavoro.
Non è il momento di ricorrere ad azioni di sciopero in questa fase, nella quale l’impegno si indirizza soprattutto a favorire il ritorno in sicurezza alle attività in presenza. Questa la linea di comportamento seguita in questa circostanza, con la scelta di essere presenti alla manifestazione promuovendo la più larga partecipazione del personale scolastico. È invece il momento di fare scelte coraggiose per combattere disuguaglianze, dispersione, precarietà, destinando parte consistente dei fondi “Next Generation Ue” ai luoghi dove le “prossime generazioni” dovranno crescere e formarsi.
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